Nel 2023 il numero di lavoratori
domestici presenti negli archivi dell'Inps del Fvg, basati sui
contributi previdenziali versati dai datori, ammontava a 19.735,
in calo del 10% rispetto a due anni prima, quando erano oltre
2.200 in più. Per il 76% si trattava di badanti, la percentuale
più elevata tra tutte le regioni italiane. Lo ha reso noto oggi
il ricercatore dell'Ires Fvg Alessandro Russo, che ha
rielaborato dati Inps.
"Nel periodo pandemico - dice Russo - si è verificato uno
sviluppo dell'occupazione regolare in questo settore perché il
lockdown aveva reso necessaria l'instaurazione di contratti
regolari per consentire alle persone di spostarsi liberamente
per lavoro, e perché poi è intervenuta la norma che ha previsto
l'emersione di rapporti irregolari, contenuta nel cosiddetto
decreto Rilancio".
Tra gli altri dati, è emerso che nel confronto con dieci anni
fa in regione si osserva una crescita di circa 3.500 unità (+22%
rispetto al 2014). "Il processo di invecchiamento della
popolazione, marcato particolarmente in Fvg - ha evidenziato il
ricercatore - ha determinato un'espansione della domanda di
lavoro domestico, regolare o meno".
Per quanto riguarda la tipologia di attività, l'incidenza dei
badanti (76%) è sensibilmente cresciuta nel tempo: nel 2014 si
attestava al 63,7% del totale dei lavoratori domestici. Per il
95% sono donne, in maggioranza straniere (70%), anche se
nell'ultimo decennio è cresciuta la componente italiana: dal
23,4% del 2014 al 30,4%, e tra le colf supera il 45%.
Quanto alla provenienza, Ires Fvg ha registrato che nel 2022
oltre la metà delle lavoratrici domestiche straniere proveniva
da tre Paesi: Romania (26,1%), Ucraina (19,5%) e Georgia
(10,6%).
A livello locale, la Serbia è il Paese da cui proviene il
maggior numero di lavoratrici domestiche nell'area giuliana (il
17,6%), mentre nell'ex provincia di Udine prevalgono le ucraine
(24,2%).
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