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Nuovi dati dallo scavo della Casa dei Putti danzanti ad Aquileia

Nuovi dati dallo scavo della Casa dei Putti danzanti ad Aquileia

Campagna dall'ateneo di Trieste in area prospiciente via Gemina

TRIESTE, 04 settembre 2024, 16:08

Redazione ANSA

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Nuovi dati utili alla ricerca scientifica sono emersi dalla XIX campagna di scavo condotta dal Dipartimento di Studi umanistici dell'Università di Trieste nell'area prospiciente via Gemina ad Aquileia.
    L'insula oggetto d'indagine era parte dell'originaria pianificazione urbana; al suo interno si estendeva una vasta e lussuosa residenza tardo antica, nota come Casa dei putti danzanti. Gli obiettivi principali della campagna - riferisce la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio del Fvg - sono stati individuati nella verifica della suddivisione originaria dell'insula e nella comprensione del rapporto stratigrafico e funzionale tra la Casa e in particolare il complesso abitativo messo in luce da Giovanni Brusin negli anni '30 del Novecento e quindi re-interrato. Con le indagini dell'ateneo triestino è stato possibile riscoprire una serie di ambienti pertinenti a quelli individuati da Brusin.
    La prima novità, sottolinea la Sabap, è di carattere topografico "perché si è offerta la possibilità di georeferenziare scavi effettuati in passato e di verificare l'effettiva corrispondenza tra resti archeologici e dati d'archivio. La seconda riguarda la cronologia proposta per alcuni pavimenti musivi datati fino ad oggi sull'analisi stilistico tipologica. Nuove proposte di datazione possono essere ora avanzate su basi stratigrafiche e sull'associazione con i materiali rinvenuti". Un ulteriore risultato è stato il poter collegare i resti individuati negli anni Trenta con quelli della Casa dei putti danzanti, della quale con molta probabilità costituivano un settore di rappresentanza.
    Un altro intervento, prosegue la Soprintendenza, è stato effettuato all'interno di un ambiente scoperto, dove è stato intercettato un piano in cocciopesto, verosimilmente anteriore alla metà del I secolo d.C.; è stata quindi recuperata una statuetta in marmo raffigurante Dioniso, rara testimonianza dell'arredo scultoreo di questa Casa tarda antica.
   

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