Duecento metri quadrati di prateria
di Posidonia oceanica sono stati reimpiantati nell'area marina
protetta di Bergeggi grazie alla campagna di Coop "Foresta Blu".
Per ricreare le foreste dell'importantissima pianta, sentinella
della qualità del mare, sono state utilizzate bio-stuoie:
sistemi di ancoraggio per le talee di posidonia realizzate in
fibra di cocco e rete metallica. A spiegare la tecnica è Stefano
Acunto, direttore dell'International School for Scientific
Diving (Issd), ovvero colui che ha messo in pratica il progetto
"Foresta Blu".
"Si tratta di stuoie di dieci metri quadrati ciascuna, in cui
posizioniamo circa venti talee, precedentemente eradicate a
causa di forti mareggiate o per l'azione dell'uomo, come per
esempio con l'ancoraggio di imbarcazioni al largo", ha detto il
biologo. L'attività di riforestazione della posidonia non è
affatto semplice, ha sottolineato sempre Acunto, e a
occuparsene, anche in virtù del fatto che si tratta di una
specie protetta, devono essere solamente persone altamente
specializzate.
In primis bisogna individuare le aree in cui è possibile
riforestare. Come a Bergeggi, appunto, dove l'istituzione
dell'area marina ha bloccato le cause della diminuzione delle
dimensioni delle praterie. Ma in circa cinquant'anni, fino al
2007, quando l'area marina è diventata protetta, si è perso
circa il 30 percento di prateria. "Siccome la pianta ha una
crescita molto lenta e ci vorrebbero decenni prima che possa
recuperare il terreno perduto - ha spiegato Acunto - Noi andiamo
ad aiutarla con questo sistema. Recuperiamo le talee, le
selezioniamo, visivamente, cercando di capire se sono ancora
vitali. Poi le prepariamo, potandole con le forbici esattamente
come si fa con le piante terrestri. Quando sono pronte le
riportiamo in acqua, ma essendo naturalmente fluttuanti, hanno
bisogno di una struttura di ancoraggio che le trattenga sul
fondo affinché abbiano il tempo di produrre nuove radici e siano
in grado di stabilizzarsi". Per farlo, le piante necessitano di
un periodo di tempo che va tra i sei e i dodici mesi. E qui
entra in gioco la bio-stuoia, che aiuta le piante nella delicata
fase della ricrescita. L'operazione viene eseguita manualmente
a circa 15 metri di profondità.
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