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Ponte: perizia bis, necessarie prove con scasso su sommità

Ponte: perizia bis, necessarie prove con scasso su sommità

Supplemento perizia tribunale 'Avrebbero rilevato anomalie'

GENOVA, 16 dicembre 2024, 18:33

Redazione ANSA

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Sul ponte Morandi, il viadotto crollato il 14 agosto 2018 (43 vittime), andavano fatte "ispezioni visive con scassi locali" che avrebbero rilevato "le difformità dal progetto originario". E' quanto emerge dal supplemento di perizia che il tribunale (presidente Paolo Lepri) ha chiesto ai periti per chiarire le cause del disastro. Oggi i tre periti hanno illustrato ai legali dei 58 imputati le bozze della loro relazione.
    La doverosità delle ispezioni visive con scassi locali, per i tre superesperti, nasce anche dalle prime ispezioni che avevano rilevato difetti alla sommità delle pile 10 e 11 e che "hanno determinato la necessità di eseguire un intervento di sostituzione degli stralli per la pila 11 e di rinforzo per la pila 10".
    "Considerata la scarsa attendibilità - continuano gli ingegneri - delle indagini di tipo non distruttivo eseguite nel tempo sugli stralli dei 3 sistemi bilanciati del viadotto Polcevera, ai fini della individuazione dello stato di ammaloramento dei cavi degli stralli, l'unica modalità di verifica era costituita dalle ispezioni visive con scassi locali/carotaggi". Con questo tipo di ispezioni sarebbe stato possibile individuare le "modifiche al sistema di tiranti rispetto al progetto". Si sarebbe così proceduto ad altri approfondimenti. Il pool di esperti ha poi spiegato che l'entità della corrosione "è assolutamente imputabile a fattori endogeni" e cioè all'acqua e all'ossigeno che sono entrate dentro il calcestruzzo dalle fessure esterne.
   

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