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Salvatore Borsellino, 'agenda rossa è scatola nera attentato'

Salvatore Borsellino, 'agenda rossa è scatola nera attentato'

Al "Città di Sarzana" premiato Gavazzeni su strage via D'Amelio

SARZANA, 16 dicembre 2024, 17:50

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"L'agenda rossa di mio fratello è la scatola nera della strage di via D'Amelio. Se venisse fuori quell'agenda si potrebbero scoprire i motivi veri di quella strage e non quelle mistificazioni che ancora oggi, purtroppo, nel nostro Paese vengono messe in atto, addirittura attraverso una commissione parlamentare antimafia che sta dando credito a un depistaggio secondo il quale questa strage è dovuta semplicemente a un dossier mafia-appalti passato per le mani di mio fratello, mentre ben altri sono i motivi che hanno portato a quella strage, strettamente legati alla strage di Capaci". Sono le parole di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, nel corso del suo intervento in videoconferenza alla cerimonia conclusiva del Premio letterario internazionale "Città di Sarzana", al Teatro degli Impavidi, dove è stato premiato il libro "La Furia degli uomini" di Ezio Gavazzeni che tratta anche dell'attentato del 19 luglio 1992 a Palermo, costato la vita al giudice e a cinque agenti della scorta.
    "C'erano pezzi deviati dello Stato, non mafiosi, che in via D'Amelio aspettavano che ci fosse lo scoppio per avvicinarsi alla macchina di Paolo, portare via la borsa, sottrarre l'agenda e poi rimettere la borsa sul sedile della macchina, sperando che un ritorno di fiamma distruggesse la borsa e si potesse dire che l'agenda era perduta nell'incendio. Sono quei pezzi deviati dello Stato - ha detto Salvatore Borsellino - che detengono ancora oggi l'agenda rossa".
    "La nostra vita scorre, invece, i libri restano nel tempo - ha dichiarato - Questo testo resterà scritto per sempre, in qualche maniera mi compensa di questa verità e giustizia che so di non poter vedere e sentire nel corso della vita che mi resta.
    Quello che è successo recentemente, al secondo processo che si sta svolgendo a Caltanissetta sul depistaggio: la mia costituzione di parte civile è stata respinta con la motivazione che io non avrei i requisiti per potermi costituire parte civile in un processo del genere. Non soltanto non posso avere verità e giustizia, ma mi viene anche negata la possibilità di chiedere verità e giustizia. Non ho i requisiti, io, come fratello di Paolo Borsellino. Questa è la giustizia nel nostro Paese".
   
   

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