Nel 2022 il prezzo del latte alla stalla è aumentato di oltre il 30% rispetto all'anno precedente.
Così come quelli del mais e del grano, da cui dipendono i
mangimi essenziali per la filiera del latte.
È quanto emerge
dalla 78esima assemblea di Assolatte che si è tenuta oggi a
Milano, chiamando a raccolta le imprese di trasformazione del
comparto lattiero caseario e gli stakeholders del settore. Ma
oltre al raddoppio dei costi dei semilavorati come il cartone e
i prodotti chimici, anche plastica e pallet sono aumentati
mediamente del 30-40%.
Nonostante questo, le consegne di latte sono calate solo
dello 0,8%, permette di all'Italia di mantenere una
disponibilità di latte bovino intorno alle 13 milioni di
tonnellate. Diverse produzioni derivate hanno segnato
addirittura un incremento, dal latte alimentare (+1,3%) ai
fermentati (+2,3%) e, soprattutto, al burro (+6,7%). È da
evidenziare però una significativa contrazione delle produzioni
casearie (-2,9%), che non riguarda però la Mozzarella di Bufala
Campana, cresciuta del 3,8%.
Il canale estero si è confermato ancora una volta leva di
crescita fondamentale per le aziende, facendo registrare un
nuovo record di esportazioni casearie, che grazie a un +6,4%
giungono a quasi 570mila tonnellate.
Il primo trimestre del 2023 si è chiuso in positivo, con
produzioni ancora in crescita e un lieve recupero anche dei
formaggi. L'export appare diviso tra mercati UE ed extra UE: i
primi confermano il loro ruolo di bacino di acquisto essenziale
per i formaggi italiani (+7% fino a marzo); i secondi, invece,
risultano in contrazione a cominciare dall'America (-5,6%) e
dall'Asia (-5,4%).
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