In Lombardia una persona malata dopo 6 mesi dalla richiesta di verifica delle condizioni ha ottenuto conferma di possedere le condizioni per il suicidio medicalmente assistito previste dalla sentenza Cappato. Lo fa sapere l'associazione Luca Coscioni in una nota sottolineando che ora "si sta procedendo con l'individuazione del farmaco e con le modalità di autosomministrazione".
Il tema domani arriverà in Consiglio regionale con il centrodestra che presenterà una pregiudiziale di costituzionalità. Secondo i legali dell'Associazione Luca Coscioni l'uso della pregiudiziale in questo caso sarebbe "illegittimo", perché in "violazione delle regole sull'iniziativa popolare" e perché creerebbe un "conflitto tra regolamento e fonti superiori" visto che "le leggi regionali che disciplinano l'iniziativa popolare hanno un valore superiore rispetto al regolamento interno del Consiglio" e quindi "bocciare una proposta già ammessa significherebbe ignorare la gerarchia delle norme".
"Gli oltre 8.000 firmatari lombardi e i promotori della legge hanno diritto a un processo trasparente. La Regione - spiegano - avendo già approvato la proposta nella fase iniziale, non può ora contraddirsi senza violare la fiducia e le legittime aspettative di chi ha sostenuto l'iniziativa".
"Il suicidio assistito in Italia è già possibile grazie alla sentenza della Corte Costituzionale, ma la mancanza di regole chiare e tempi certi continua a costringere le persone a combattere per anni" commentano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria e tesoriere della Coscioni.
"Ora, la Lombardia ha risposto a una nuova richiesta di suicidio assistito, ma alcuni consiglieri regionali parlano di 'incompetenza regionale'. La competenza regionale nell'organizzare erogazione di servizi e prestazioni c'è tutta" concludono.
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