"In generale a chi ha servito la
patria, la propria città, viene restituito un tributo. Poi
adesso non sta a me dirlo, io l'ho suggerito a Sala qualche anno
fa ma lui ha fatto un dibattito al posto di una targa". Lo ha
detto Bobo Craxi, figlio di Bettino e nipote di Paolo
Pillitteri, a margine del funerale dell'ex sindaco di Milano,
rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto se si aspetta
un luogo della città intitolato al padre, leader socialista, e
poi in futuro anche allo zio.
A Milano si è parlato più volte di intitolare un luogo a
Craxi ma questa eventualità ha sempre spaccato la politica e
quindi nulla è ancora stato fatto. "Il problema non è fare un
dibattito su Craxi, di dibattiti se ne possono fare sul piano
storico quanti se ne vogliono - ha aggiunto -, ma io dico un
segno, non c'è bisogno di fare una statua equestre. La statua
equestre si può fare a Borrelli, a mio padre basta un segno
della sua presenza in vita e del fatto che è stato il primo
presidente del Consiglio milanese della storia".
Un discorso critico in Italia sulla vicenda Tangentopoli
invece "c'è già stato" secondo Bobo Craxi che ieri in visita
alla camera ardente aveva sottolineato come il lutto cittadino
proclamato dal sindaco Beppe Sala per oggi sarebbe stato
impossibile 30 anni fa. "Perché Sala non è figlio di quella
storia, non è un uomo politico, non ha nessun collegamento, nel
senso anche buono del termine - ha concluso - Milano come
sindaco ha scelto delle personalità che provenivano dalla
società civile, e noi nel nostro caso eravamo figli della grande
storia del movimento socialista, che per un secolo ha espresso i
sindaci di questa città".
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