È stata portata fuori dalla grotta alle 3.15 della notte, la speleologa Ottavia Piana, bloccata in seguito ad una caduta nell'Abisso Bueno Fonteno, nella Bergamasca, da sabato pomeriggio. Lo ha annunciato il Soccorso alpino.
Nell'ultimo tratto i soccorritori hanno potuto accelerare il passo, anche su suggerimento dei sanitari che dovranno ora valutare con attenzione le sue condizioni di salute. La donna di 32 anni avrebbe riportato traumi alle vertebre e alle costole, fratture alle ossa facciali e a un ginocchio. È stata immediatamente trasferita in elicottero all'ospedale di Bergamo.
È stata la stessa Ottavia Piana a incoraggiare i suoi soccorritori, fino a quando, alle 3,15, è stata portata fuori dalla grotta. "Nell'ultimo tratto ci dava lei la carica", ha detto Corrado Camerini, delegato lombardo.
Per il suo soccorso sono stati impegnate in tutto 159 persone, tra Soccorso alpino e vigili del fuoco. Le condizioni della speleologa trentaduenne sono stabili. L'ultimo tratto è stato percorso più velocemente del previsto, grazie ai tratti disostruiti in precedenza e per la valutazione dei sanitari di evitare soste prolungate. La donna è stata portata all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo con l'elicottero decollato nella notte da Sondrio. A Fonteno sono arrivati anche i familiari di Ottavia. "Il nostro scopo è fare il nostro mestiere con risultato: la risposta dal Soccorso alpino è quella che ci aspettavamo. Il nostro Soccorso alpino è tra i più efficaci a livello europeo e anche questo l'ha dimostrato", ha detto ancora Camerini.
Si è aperto con una foto di gruppo e la gioia dei soccorritori dopo 80 ore di lavoro, senza pause, l'incontro con la stampa di stamattina a Fonteno, in provincia di Bergamo, al termine delle operazioni di salvataggio di Ottavia Piana. Presenti il vicepresidente nazionale del Soccorso alpino Mauro Guiducci, con Alessandro Bigoni, assessore al Territorio e responsabile della Protezione civile del Comune di Fonteno, Alberto Gabutti della Direzione nazionale del Cnsas, Corrado Camerini, responsabile del Soccorso speleologico del Cnsas della Lombardia e Oliviero Valoti, direttore dell'Ast Bergamo. "Subito i soccorritori hanno analizzato le lesioni sul campo, lesioni riscontrate in tempo reale e non di piccole entità - ha spiegato Guiducci -. Con il proseguire dell'intervento sono stati affrontati gli aspetti sanitari emergenziali ma anche quelli che emergono in un lungo periodo di permanenza in grotta che richiede assistenza di tipo psicologico, la soddisfazione di bisogni semplici, come quelli anche solo alimentari, e dettati dalla lunga permanenza in cavità".
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