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Clochard in fuga ritrova la sorella grazie ai servizi sociali

Clochard in fuga ritrova la sorella grazie ai servizi sociali

La storia di Sunrise, dalla panchina accolto in Valle d'Aosta

JESI, 27 settembre 2024, 20:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' una storia a lieto fine quella di Sunrise (il nome è di fantasia), clochard 40enne di origine camerunensi, presenza costante - questa estate - su una panchina degli Orti Pace a Jesi (Ancona). Una persona malata e fragile che più volte servizi sociali, polizia municipale e Caritas hanno provato ad avvicinare ma senza successo. Una persona in fuga che ha ritrovato la sorella grazie ai servizi sociali.
    "Sunrise non si fidava, non voleva essere aiutato o così ci era sembrato. Dalla panchina ha cominciato a spostarsi in altre zone di Jesi e poi ad Ancona e di nuovo a Jesi. Un continuo fuggire", racconta Maria Pina Masella, operatrice dell'area Inclusione Sociale Asp Ambito 9 che oggi ha preso carta e penna per raccontare "una bella storia". Una storia, spiega, risultato di una rete di protezione "che è andata oltre il 'barbone che bivacca su una panchina', che ha guardato la persona e non solo la sua condizione".
    "Un giorno - spiega la Masella - ci siamo seduti attorno a un tavolo ed abbiamo cominciato a occuparci davvero di lui. Abbiamo iniziato a fare ricerche sulla sua vita, partendo dalla città di residenza, passando per le città, gli ospedali e le Caritas.
    Abbiamo scoperto che aveva una sorella in Italia che non poteva più contattarlo perché Sunrise non aveva più un telefono".
    Nel frattempo, il clochard sembrava scomparso. Fino all'altro giorno quando, tramite la Polizia locale di Jesi, si scopre che era stato fermato dalla Polizia locale di Ancona. "Abbiamo chiesto di non lasciarlo andare mentre avremmo avvisato la sorella, che vive con la sua famiglia in Valle d'Aosta e così è stato".
    Al telefono, fratello e sorella si sono parlati dopo tanto tempo, e lei ha voluto accoglierlo per prendersi cura di lui.
    "E' stata una corsa contro il tempo, una staffetta per organizzare il viaggio, per paura che si sarebbe allontanato e lo avremmo perso di nuovo. La Caritas di Jesi ha acquistato il biglietto del treno e un'operatrice della Caritas di Ancona si è recata alla Polizia locale per consegnarglielo. La paura che non riuscisse ad affrontare il viaggio, così lungo, era tanta. Ma il giorno dopo abbiamo esultato. Sunrise era arrivato dalla famiglia di sua sorella in Valle d'Aosta che si è subito attivata per proteggerlo e curarlo".
    "Sunrise - conclude l'operatrice - è un nome di fantasia. Ho preso spunto dalla famiglia protagonista del libro l'imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise che viaggia con il padre su un camper senza riuscire mai a fermarsi".
   

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