"La produzione è ferma dal 25
ottobre e ad oggi non ci sono state mai illustrate le linee
guide operative tendenti ad assicurare il rilancio necessario in
una fase in cui l'immagine dell'azienda ne esce duramente
colpita". delegata dal comitato dei dipendenti sono ad inviare
quanto condiviso". Il grido dell'allarme viene lanciato dal
comitato dei dipendenti di Terre Cortesi Moncaro, la più grande
realtà vitivinicola nelle Marche, gravata di debiti per oltre 38
milioni, per la quale il Tribunale fallimentare ha aperto la
procedura di liquidazione giudiziale.
"Purtroppo il tempo non è dalla nostra parte - scrivono i
dipendenti Moncaro - La situazione di stallo in cui ci troviamo
continua ad arrecare gravi danni all'azienda e genera
insicurezza tra i dipendenti. Noi abbiamo sperato in un
esercizio provvisorio capace di permettere all'azienda di
lavorare in continuità avendo sempre come obiettivo primario il
mantenimento e rafforzamento del brand sui mercati". "La
produzione è ferma dal 25 ottobre e ad oggi non ci sono state
mai illustrate le linee guide operative tendenti ad assicurare
il rilancio necessario in una fase in cui l'immagine
dell'azienda ne esce duramente colpita".
"Siamo anche preoccupati per un aspetto fondamentale che
forse viene poco affrontato: - sottolineano i dipendenti Moncaro
- è urgente programmare ed organizzare la gestione dei vigneti e
coinvolgere i viticoltori per la prossima vendemmia. Senza uva
non c'è futuro". "Siamo nelle mani della Corte di Appello,
imploriamo che si pronunci nel più breve tempo possibile per
dare certezza a noi dipendenti, soci e territorio. - concludono
a proposito del ricorso presentato dal liquidatore nominato dal
Mimit al fine di guidare la liquidazione coatta amministrativa
dell'azienda - Attualmente la data è fissata per metà gennaio,
troppo in avanti per poter sperare in una concreta ripresa".
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