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Dipendenti Moncaro, produzione ferma e nessuna linea di rilancio

Dipendenti Moncaro, produzione ferma e nessuna linea di rilancio

Tribunale ha avviato liquidazione giudiziale, appello a gennaio

ANCONA, 20 novembre 2024, 12:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"La produzione è ferma dal 25 ottobre e ad oggi non ci sono state mai illustrate le linee guide operative tendenti ad assicurare il rilancio necessario in una fase in cui l'immagine dell'azienda ne esce duramente colpita". delegata dal comitato dei dipendenti sono ad inviare quanto condiviso". Il grido dell'allarme viene lanciato dal comitato dei dipendenti di Terre Cortesi Moncaro, la più grande realtà vitivinicola nelle Marche, gravata di debiti per oltre 38 milioni, per la quale il Tribunale fallimentare ha aperto la procedura di liquidazione giudiziale.
    "Purtroppo il tempo non è dalla nostra parte - scrivono i dipendenti Moncaro - La situazione di stallo in cui ci troviamo continua ad arrecare gravi danni all'azienda e genera insicurezza tra i dipendenti. Noi abbiamo sperato in un esercizio provvisorio capace di permettere all'azienda di lavorare in continuità avendo sempre come obiettivo primario il mantenimento e rafforzamento del brand sui mercati". "La produzione è ferma dal 25 ottobre e ad oggi non ci sono state mai illustrate le linee guide operative tendenti ad assicurare il rilancio necessario in una fase in cui l'immagine dell'azienda ne esce duramente colpita".
    "Siamo anche preoccupati per un aspetto fondamentale che forse viene poco affrontato: - sottolineano i dipendenti Moncaro - è urgente programmare ed organizzare la gestione dei vigneti e coinvolgere i viticoltori per la prossima vendemmia. Senza uva non c'è futuro". "Siamo nelle mani della Corte di Appello, imploriamo che si pronunci nel più breve tempo possibile per dare certezza a noi dipendenti, soci e territorio. - concludono a proposito del ricorso presentato dal liquidatore nominato dal Mimit al fine di guidare la liquidazione coatta amministrativa dell'azienda - Attualmente la data è fissata per metà gennaio, troppo in avanti per poter sperare in una concreta ripresa".
   
   

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