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Sciopero generale nelle Marche, la manifestazione a Fabriano

Sciopero generale nelle Marche, la manifestazione a Fabriano

Protesta 29 novembre. Cgil-Uil: "città simbolo problemi Marche"

FABRIANO, 21 novembre 2024, 17:51

Redazione ANSA

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È Fabriano (Ancona) la piazza simbolo scelta dai lavoratori delle Marche per lo sciopero generale del 29 novembre indetto da Cgil e Uil. Una scelta non casuale visto che il fabrianese, tanto più dopo la presentazione del Piano industriale della Beko Europe con quasi 2mila esuberi, circa 400 nelle Marche con la chiusura entro il 2025 del sito di Comunanza (Ascoli Piceno), di esuberi a Melano di Fabriano, circa 66, e ulteriori tagli ai settori impiegatizi e dirigenziali, rappresenta un territorio emblematico, che racchiude in sé i diversi problemi che attanagliano le Marche e cioè la crisi dell'industria, lo spopolamento e l'assenza di risorse per le aree interne.
    "Continuiamo a insistere sui grandi temi che abbiamo posto al Governo: i salari, la perdita del potere d'acquisto, la sicurezza sul lavoro, il fisco. In questo paese il 90% delle tasse è pagato dal 40% della popolazione, sempre i soliti: pensionati e lavoratori dipendenti. Gli stessi che poi non riescono ad accedere ai servizi essenziali, oltre al danno la beffa", dicono Giuseppe Santarelli e Claudia Mazzucchelli, segretari generali di Cgil Marche e Uil Marche, che evidenziano come nel 2023, in Regione, "solo il 10% dei contratti di lavoro attivati sia stato a tempo indeterminato, media nazionale al 20%. Il numero di precari è in continuo aumento e questo genera incertezze economiche e sociali, aggravando una situazione già difficile per le famiglie marchigiane".
    Secondo i dati dell'Osservatorio sulle Vulnerabilità, nel 2022 "il 6,9% della popolazione marchigiana ha rinunciato a prestazioni sanitarie necessarie per motivi economici, un dato che è aumentato al 9,6% nel 2023. Questo significa che quasi una persona su dieci nella nostra regione è costretta a rinunciare a cure e visite mediche, con gravi ripercussioni sulla salute collettiva". Nel 2023, l'indicatore di povertà relativa nelle Marche ha toccato l'8,6%, un dato che supera la media nazionale del 6,5% "e continua a crescere, lasciando migliaia di cittadini in difficoltà". Per Cgil e Uil, concludono, "se il Governo ha la volontà può ancora cambiare questa manovra, dimostrando con i fatti maggiore sensibilità ai problemi dei giovani, dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che sono la struttura portante del nostro Paese".
   

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