"Gli Stati baltici sostengono la
società civile georgiana perché ci unisce un obiettivo comune. I
georgiani, proprio come i lituani, credono in un'Europa unita,
libera e pacifica". Lo ha dichiarato alla stampa il ministro
degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, commentando
l'introduzione da parte di Lituania, Lettonia ed Estonia di
sanzioni a carattere personale nei confronti di undici
funzionari georgiani accusati di esseri tra i responsabili delle
repressioni nei confronti dei manifestanti pro europei dello
scorso fine settimana a Tbilisi. "L'uso eccessivo della forza da
parte del governo georgiano contro manifestanti pacifici e la
società civile è ingiustificabile - ha a sua volta affermato la
ministra degli Interni di Vilnius, Agne Bilotaite -. In uno
Stato democratico, il diritto fondamentale dei cittadini alla
libertà di parola e alle riunioni pacifiche deve essere
rispettato". "Il popolo della Georgia ha il diritto di difendere
i propri diritti perché il partito di governo ha mentito al suo
popolo per molto tempo", ha detto il ministro degli Esteri
estone, Margus Tsahkna, aggiungendo che la forza usata contro i
manifestanti è stata totalmente sproporzionata.
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