E' piena crisi per gli allevatori
italiani di suini che, secondo la Coldiretti, hanno già perso
il 40% del valore dei capi e patiscono "l'inspiegabile
rallentamento dei ritiri da parte dei macelli". Coldiretti
Piemonte torna a chiedere che "vengano fermate le importazioni
di cosce di suini dall'estero, che nel 2019 sono state di circa
56 milioni ovvero più di 1 milione di cosce alla settimana per i
prosciutti" e una "maggiore valorizzazione della carne suina
Made in Piemonte da parte dell'industria e della grande
distribuzione nel pieno spirito #MangiaItaliano".
"Una situazione ormai insostenibile che abbiamo denunciato
fin dall'inizio della pandemia di Coronavirus quando sono
iniziate le prime speculazioni con abbassamenti dei prezzi
immotivati poiché la richiesta di carne suina era comunque
alta", spiegano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti
Piemonte, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale
"La risposta dell'industria di macellazione in questo
periodo di emergenza sanitaria, nonostante l'andamento sostenuto
e favorevole della domanda e la possibilità di utilizzare le
cosce del circuito tutelato anche per altre produzioni - fanno
notare Moncalvo e Rivarossa - è stata quella di ridurre il
numero dei suini macellati, mettendo così drasticamente in crisi
le imprese. Alla luce di questa situazione Coldiretti, a livello
nazionale, ha predisposto un documento con proposte concrete di
intervento per il comparto suinicolo, oltre a sostenere, come
imprescindibile, la necessità di estendere ai salumi l'obbligo
di indicazione dell'origine in etichetta".
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