"Torino attende da tempo una chiave per uscire dalla cantilena ricorrente del 'declino inevitabile', e io credo che questa chiave sia la rigenerazione urbana e territoriale che le università possono generare se sapremo costruire quelle Comunità di Conoscenza e Innovazione alle quali già stiamo lavorando su molteplici direttive, dall'economia circolare, alla mobilità, all'aerospazio, al digitale".
Così il rettore Guido Saracco ha sottolineato il ruolo centrale del Politecnico di Torino all'inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023.
In platea molti esponenti del mondo economico: i
presidenti degli industriali di Torino Giorgio Marsiaj e del
Piemonte Marco Gay, i presidenti delle fondazioni Francesco
Profumo e Giovanni Quaglia, il presidente di Iren, Luca Dal
Fabbro, Gabriele Galateri, il segretario generale della Camera
di Commercio Guido Bolatto, Davide Canavesio, Lavazza.
"Gli atenei - ha detto Saracco rivolgendosi al ministro
dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che ha
partecipato in collegamento alla cerimonia - possono avere un
ruolo essenziale almeno in tre direzioni: restituire fiducia nel
futuro agli Italiani e promuovere la generazione di nuovi posti
di lavoro; attrarre studenti stranieri che possano trovare un
lavoro di qualità e un futuro per le loro famiglie da noi,
sopperendo al nostro calo demografico; realizzare azioni di
formazione all'estero, insediando sedi universitarie in paesi
emergenti per formare in loco professionisti in grado di guidare
lo sviluppo delle loro nazioni in una direzione di
sostenibilità".
La capacità di un'università di generare impatto sul
territorio attraverso gli investimenti edilizi è stato il tema
approfondito dal direttore generale del Politecnico Vincenzo
Tedesco che ha ripercorso i più recenti progetti di espansione e
riqualificazione dell'ateneo e quelli che saranno avviati nei
prossimi mesi, per un piano di circa 500 milioni di euro.
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