'Dentro', in scena dal 5 dicembre
al Teatro Astra di Torino per la stagione di Fondazione Tpe,
"non vuole essere - spiega la regista Giuliana Musso - un teatro
d'indagine, è l'indagine stessa, quando è ancora nella vita, non
è un lavoro sulla violenza, ma sull'occultamento della violenza.
È la storia di una violenza che si consuma tra le mura di una
casa, di un abuso che nessuno vuole vedere.
Come è capitato e capita in migliaia di interni casalinghi.
Ancora oggi".
Su un palco tinto di rosso, il colore della rabbia che
provoca l'ingiustizia, il testo prende spunto da fatti, sentenze
e interviste reali.
Ci sono una ragazza abusata dal padre, un padre 'buono' e una
madre 'cieca'.
"E' la storia di una verità chiusa dentro ai corpi e che lotta
per uscire allo scoperto, - spiega ancora la regista - di
un'esperienza difficile da ascoltare, di una madre che scopre la
peggiore delle verità. È la storia di una figlia che odia sua
madre e di un padre innocente fino a prova contraria. E ancora
di terapeuti, consulenti, educatori, medici, assistenti sociali,
avvocati che non vogliono sapere la verità. Il segreto ha un
contenuto preciso e un fine positivo: protegge qualcosa o
qualcuno. Il segreto silenzia una verità che potrebbe
danneggiare degli
innocenti. Anche la censura - conclude Musso - ha un contenuto
preciso ma il suo fine è contrario a quello del segreto,
danneggia gli innocenti, protegge vili interessi. Il tabù invece
è il puro terrore di sapere, per questo il suo contenuto rimane
ambiguo e indeterminato. La violenza sessuale è un segreto che
permane tutta una vita dentro alle case, dentro agli studi dei
medici, degli psicoterapeuti o degli avvocati, in quelle
dimensioni private in cui le vittime possono restare confinate
senza venire riconosciute".
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