Il Politecnico di Torino celebra lo
scienziato Galileo Ferrraris con l'inaugurazione di una nuova
area dedicata alla sua memoria e al suo contributo cruciale per
la scienza. L'ateneo torinese ha svelato, in occasione della
Conferenza internazionale Icem sulle macchine e gli azionamenti
elettrici, due omaggi al celebre scienziato, già docente del
Regio Museo Industriale (oggi Politecnico di Torino) e senatore
del Regno d'Italia. A ricordare Ferraris una targa, la Ieee
Milestone ricevuta dal Politecnico da parte dell'Institute of
Electrical and Electronics Engineers e un busto, entrambi
collocati nell'atrio della sala Emma Strada. Il momento
commemorativo è stato accompagnato da una mostra dei prototipi
costruiti da Galileo Ferraris tra il 1885 e il 1888.
La cerimonia è stata introdotta dal rettore del Politecnico
di Torino Stefano Corgnati ed è stata preceduta da una lectio
magistralis pubblica del professor Aldo Boglietti del
Dipartimento Energia Galileo Ferraris-Denerg del Politecnico,
dal titolo "Galileo Ferraris vs Nikola Tesla". Boglietti ha
incentrato la sua lezione proprio sul rapporto tra Ferraris e
Tesla, ricostruendo una vicenda storica rilevante: chi ha
scoperto il principio del campo magnetico rotante, su cui si
basano i motori elettrici? Tesla fu il primo a brevettare le sue
scoperte in questo campo, ma in realtà fu proprio Galileo
Ferraris a giungere per primo alla definizione di questo
principio scientifico che oggi ritroviamo sempre più applicato
nelle invenzioni che ci circondano. La scoperta fu dimostrata
con i primi prototipi di motori in corrente alternata,
contributi precedenti agli analoghi brevetti depositati da
Tesla.
"Al Politecnico siamo molto legati alla figura di Galileo
Ferraris e io personalmente - sottolinea il rettore Corgnati -
ancor di più, vista la mia esperienza di sindaco nel suo luogo
di nascita, Livorno Piemonte, oggi appunto Livorno Ferrari.
L'occasione di questa conferenza internazionale ci dà la
possibilità di riprendere un percorso nella memoria dei nostri
padri fondatori, con l'obiettivo di trasformare la corte interna
della sede centrale di ateneo in una sorta di 'Hall of Fame'
politecnica".
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