"Il Piemonte è come il Sud, ci sono
le mafie, c'è la 'Ndrangheta. Qui c'è lo stesso numero di
inchieste che in Calabria. Ci aspettiamo più attenzione. La
società civile si deve mobilitare, ci vuole una reazione
sociale". Lo hanno sottolineato il segretario generale della
Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo, e il numero uno della Cgil
torinese, Federico Bellono, che hanno presentato la giornata di
mobilitazione dell'11 dicembre a Carmagnola, cittadina della
provincia di Torino coinvolta in alcune inchieste sulla
criminalità organizzata. Ci sarà l'assemblea delle delegate e
dei delegati con il leader della Cgil, Maurizio Landini, il
presidente di Libera don Ciotti, Lucia Musti, procuratore
generale del Piemonte e il segretario generale della Fillea
Cgil, Antonio Di Franco. In tutto sono attese almeno 500
persone.
"In Piemonte 150 aziende, di cui 100 a Torino, hanno
ricevuto l'interdittiva antimafia. Siamo contro le mafie al Sud
e al Nord, bisogna alzare la guardia. I lavoratori che lavorano
per imprese mafiose sono meno liberi, sono soggetti a
trattamenti economici diversi da quelli previsti dai contratti,
i contenziosi non sono risolti in modo efficace per loro" spiega
Airaudo.
"Abbiamo deciso di scendere in campo - aggiunge Bellono -
perché spesso nelle aziende coinvolte non c'è il sindacato. Ci
sono anche sindacalisti che sono stati arrestati. Noi abbiamo
già fatto iniziative, c'è stato un incontro in Prefettura Non
c'è sufficiente attenzione, bisogna mettere in comune le forze.
Le normative sugli appalti facilitano infiltrazioni mafiose e
per questo stiamo chiedendo che si definiscano protocolli negli
appalti pubblici in edilizia. In Piemonte ci stiamo riuscendo in
alcuni Comuni, ma abbiamo difficoltà in altri come quello di
Torino".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA