(ANSA) - BARI, 29 MAG - Sono 173 le aziende pugliesi
confiscate per mafia, il 5,9% del totale nazionale (2942). Di
queste, 61 si trovano nella provincia di Bari e 15 in quella di
Barletta-Andria-Trani. Quelle del Barese operano
prevalentemente nei settori commercio (29,5%), alloggi e
ristorazione (23%) e costruzioni (16,4%), mentre nella Bat nel
commercio (33,3%) e costruzioni (26,7%) e a seguire in alloggi e
ristorazione (13,3%). Nella provincia di Bari il 31% delle
aziende confiscate risultano cessate, stessa percentuale di
quelle ancora attive, mentre il 28% è sottoposto a procedure
concorsuali.
È quanto emerso nella giornata conclusiva del progetto Open
Knowledge 'Imprese confiscate alla criminalità organizzata', i
cui risultati sono stati presentati oggi negli uffici della
camera di commercio di Bari.
All'evento hanno partecipato anche la prefetta di Bari Antonia
Bellomo, i procuratori della Repubblica Roberto Rossi (Bari) e
Renato Nitti (Trani), il referente di Libera Puglia don Angelo
Cassano e la segretaria generale della camera di commercio di
Bari Angela Patrizia Partipilo.
Tra i temi emersi c'è quello della difficoltà di restituire alla
società civile le aziende confiscate: "Gestire un'azienda
confiscata è una sfida - ha dichiarato la prefetta Bellomo - ma
è una sfida che si vince stando insieme, che è quanto il
progetto Ok Knowledge ha inteso fare partendo dalla costruzione
'collettiva' di un sistema di idee, proposte e linee attuative
per ridare nuova vita alle aziende confiscate".
"Agire sui beni della mafia - ha commentato il procuratore
della Repubblica di Trani, Renato Nitti - non significa
solamente annientarne il valore. Bisogna fare in modo che quei
beni tornino alla collettività e che questa possa usufruirne. A
livello normativo manca ancora qualcosa, un ulteriore passaggio
deve andare nella direzione in cui i beni vanno anche
amministrati, non solo congelati".
Sul tema è intervenuto a che don Cassano di Libera: "Il
riutilizzo sociale dei beni confiscati ha una caduta sul
territorio importantissima. Far vivere legalmente un'azienda ha
effetti importanti sul lavoro, che è un tema sul quale puntare
per contrastare la criminalità". (ANSA).