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Responsabilità editoriale di WolfAgency.it
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Al giorno d’oggi sono disponibili numerose diete alle quali è possibile ricorrere per la perdita di peso: una tra queste è la dieta chetogenica.
La dieta chetogenica consiste in un regime alimentare caratterizzato da una parte dalla riduzione dei carboidrati durante i pasti, dall’altra da un maggior apporto di proteine e soprattutto grassi. L’obiettivo è quello di spingere il metabolismo a ricorrere al consumo di grassi per produrre energia.
In un articolo pubblicato sul sito quotidianodiragusa.it è possibile trovare un modello di dieta chetogenica con relative porzioni dei pasti.
In ogni caso prima di scegliere la propria dieta di riferimento è bene prenotare una visita presso un medico specializzato, il quale saprà indicare la soluzione più adatta in relazione al fisico di ciascun individuo.
In condizioni normali le cellule assorbono le energie dai carboidrati per svolgere le regolari funzioni. Ma se i carboidrati vengono meno, esse cominciano ad utilizzare i grassi (eccezion fatta per le cellule nervose che non hanno la capacità di farlo). Ha così inizio un processo che prende il nome di chetosi, in quanto comporta la formazione di corpi chetonici, ora sintetizzabili dal cervello. In genere inizia dopo 48 ore di riduzione dei carboidrati, all’incirca in porzione di 20-50 grammi al giorno. La chetosi pertanto appare come una condizione indotta, innaturale e se non controllata può risultare pericolosa. Per questo occorre il controllo di un medico specializzato nella nutrizione che indichi le giuste quantità da rispettare nella dieta.
L’organismo ha bisogno in ogni caso di zuccheri, seppur concessi in dose minima di circa 20-50 grammi al giorno e assunti da alimenti a basso indice glicemico. Sono esclusi così il pane, la pasta, il riso, i cereali, i legumi, le bibite e la frutta (il tutto ovviamente con moderazione), mentre sono ammesse le verdure, i grassi e le proteine. Vanno bene anche i grassi di origine animale, anche se vanno preferiti quelli dei pesci come lo sgombro, il salmone e le sardine, che apportano contemporaneamente dosi benefiche di Omega 3. Anche per quanto riguarda le proteine non bisogna esagerare: pesce, carni, pollame e latticini sono ottime fonti di proteine animali a cui tuttavia è bene abbinare anche quelle di origine vegetale.
La dieta chetogenica classica prevede il seguente schema di macronutrienti da assumere quotidianamente: 75% di grassi, 20% di proteine e 5% di carboidrati.
Occorre tuttavia prestare attenzione a quelle che sono le complicanze che possono derivare da una dieta scorretta. Il processo della chetosi, infatti, rappresenta una condizione tossica per l’organismo in quanto presuppone lo smaltimento dei corpi chetonici attraverso via renale. Nei bambini la chetosi si può manifestare in presenza di febbre alta o forte stress emotivo. Questa tipologia di alimentazione ha un forte impatto sull’organismo, a tal punto che in origine nasce come dieta consigliata per ridurre le crisi epilettiche nei pazienti che non rispondevano ai farmaci, soprattutto per quanto riguarda i bambini.
Al giorno d’oggi il successo della dieta chetogenica è legato soprattutto alla sua efficacia nel ridurre il peso, sottolineando però che non si tratta di un regime semplice da seguire. Basta assumere anche una minima quantità di carboidrati per indurre l’organismo a bloccare la chetosi e a ricorrere alla vecchia fonte di energia: gli zuccheri. La maggior parte di coloro che hanno osservato la dieta, in genere proposta per periodi brevi, di poche settimane, ha dichiarato di aver notato una grande energia una volta raggiunto lo stato di chetosi; tuttavia, nei giorni precedenti la dieta, ha lamentato alcuni sintomi quali nausea, stanchezza, stitichezza e difficoltà respiratorie.
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