Striscioni, fumogeni rossi, fischietti e insulti urlati al megafono.
Questa mattina un centinaio di azionisti della Banca popolare di Bari che in seguito al crac hanno perso gran parte dei propri risparmi, ha protestato davanti alla sede principale dell'istituto creditizio, a Bari.
Con loro, in strada, le associazioni Asso
Bpb azionisti e Comitato indipendente azionisti della Bpb,
presiedute rispettivamente da Giuseppe Carrieri e Saverio
D'Addario. Alle 15 di oggi è in programma l'assemblea dei soci
della banca, convocata in modalità virtuale e gli azionisti
lamentano di non essere stati ammessi.
"I soci sono in strada e dentro, oltre al cda, c'è solo un
rappresentante di Invitalia", spiega Carrieri. I motivi della
protesta sono numerosi. "Anche quest'anno la banca espone 45
milioni di euro di perdite, lo scorso anno erano 170 milioni -
prosegue -. Per i soci si tratta di un danno enorme. Inoltre è
in atto un rinnovo del cda rispetto al quale 70mila azionisti
non sono stati né interpellati né ascoltati. Evidenziamo anche
che dopo anni di attesa non abbiamo alcuna speranza di
recuperare i soldi persi, oltre al silenzio assordante della
classe dirigente barese e pugliese".
"Ricordiamo - conclude - che tantissima gente ha perso i
propri risparmi perché da qualcuno sono stati investiti in modo
sbagliato". D'Addario prosegue evidenziando che "in tutte le
democrazie le minoranze hanno il diritto di esprimersi. Noi qui
non lo abbiamo". Gli azionisti promettono di continuare la loro
battaglia: "Porteremo la banca in tribunale - assicura Francesco
Pellegrini -. Ci stiamo rivolgendo alla magistratura perché una
sentenza del giudice rappresenta l'unico strumento per rientrare
in possesso dei nostri soldi. Oggi siamo stati esclusi perché
evidentemente la banca ha paura della nostra protesta".
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