(V. 'Aigi, misure per tutela indotto ex Ilva ...' delle 18:25)
"Banca Ifis certamente non può essere
ritenuta responsabile del dramma dell'indotto dell'ex Ilva, ma
purtroppo la situazione per le nostre aziende, già allo stremo,
si è ulteriormente complicata da quando la stessa banca ha
bloccato la cessione dei crediti AdI adeguandosi al disimpegno
da parte della società siderurgica". Lo precisa il presidente di
Aigi Fabio Greco, ricordando che proprio alla Banca Ifis "alcune
aziende hanno ceduto in toto o in parte i propri crediti. Le
richieste di incontro più volte reiterate non hanno sinora avuto
risposta. Auspichiamo dunque una ripresa dell'interlocuzione e
risposte concrete".
E' una situazione complessa "che - osserva Greco - mette in
seria difficoltà tutte le aziende dell'indotto e che non offre
speranze per il futuro. Futuro di cui ha parlato a più riprese
il governo per voce del Ministro Urso, ma non può esserci futuro
se non saranno prima ristorate le aziende strategiche che
mandano avanti da anni il siderurgico 24 ore su 24".
L'indotto di Aigi, conclude Greco, "ha riposto massima fiducia
nel lavoro dei commissari offrendo loro massima disponibilità
per la salvaguardia delle aziende e per garantire la continuità
produttiva. Una produzione che sta partendo in maniera molto
lenta e che dovrebbe essere compensata dalla cassa integrazione
che non è ancora partita. L'accordo quadro definito nel decreto
legge non è stato tuttora firmato".
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