Il Tribunale di Milano ha fissato
per il 24 ottobre, alle ore 11, la prossima udienza sull'azione
inibitoria contro l'ex Ilva presentata da 11 cittadini aderenti
all'associazione Genitori Tarantini tra cui un bambino di 11
anni affetto da una rara mutazione genetica. Il procedimento,
che era stato temporaneamente sospeso dopo la trasmissione degli
atti alla Corte di Giustizia Europea per porre alcuni quesiti
concernenti l'interpretazione della legislazione europea in
materia di emissioni inquinanti di impianti industriali in
relazione alle norme italiane, ora può riprendere perché la
stessa Corte di Lussemburgo si è pronunciata nel merito il 25
giugno scorso.
Su richiesta del Tribunale di Milano, la Corte aveva
stabilito che in presenza di "pericoli gravi per l'ambiente e la
salute umana" l'attività dell'ex Ilva - dal 31 luglio
ufficialmente in vendita -"deve essere sospesa". L'ultima parola
spetta comunque ai giudici lombardi.
Il 24 ottobre si discuterà anche l'ammissibilità della class
action risarcitoria avanzata da 136 cittadini (tra cui i
promotori dell'azione inibitoria). Entrambi i ricorsi sono stati
presentati gli avvocati Ascanio Amenduni e Maurizio Rizzo
Striano.
Per la Corte Ue, la previa valutazione dell'impatto
dell'attività di un'installazione come l'acciaieria ex Ilva deve
costituire atto interno ai procedimenti di rilascio e riesame
dell'autorizzazione all'esercizio previsti da tale direttiva. E
nel procedimento di riesame occorre considerare le sostanze
inquinanti connesse all'attività dell'installazione, anche se
non sono state valutate nel procedimento di autorizzazione
iniziale. In caso di pericoli gravi e rilevanti - hanno
puntualizzato i giudici - per l'integrità dell'ambiente e della
salute umana, l'esercizio dell'installazione deve essere
sospeso.
I cittadini ricorrenti chiedono innanzitutto la "cessazione
delle attività dell'area a caldo" dell'ex Ilva, la "chiusura
delle cokerie, l'interruzione dell'attività dell'area a caldo
fino all'attuazione delle prescrizioni" dell'Aia e la
"predisposizione di un piano industriale che preveda
l'abbattimento delle emissioni di gas serra di almeno il 50%".
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