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Azione inibitoria per fermare l'ex Ilva, udienza il 24/10

Azione inibitoria per fermare l'ex Ilva, udienza il 24/10

Si pronuncerà Tribunale Milano dopo sentenza Corte Giustizia Ue

TARANTO, 05 settembre 2024, 15:33

Redazione ANSA

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Il Tribunale di Milano ha fissato per il 24 ottobre, alle ore 11, la prossima udienza sull'azione inibitoria contro l'ex Ilva presentata da 11 cittadini aderenti all'associazione Genitori Tarantini tra cui un bambino di 11 anni affetto da una rara mutazione genetica. Il procedimento, che era stato temporaneamente sospeso dopo la trasmissione degli atti alla Corte di Giustizia Europea per porre alcuni quesiti concernenti l'interpretazione della legislazione europea in materia di emissioni inquinanti di impianti industriali in relazione alle norme italiane, ora può riprendere perché la stessa Corte di Lussemburgo si è pronunciata nel merito il 25 giugno scorso.
    Su richiesta del Tribunale di Milano, la Corte aveva stabilito che in presenza di "pericoli gravi per l'ambiente e la salute umana" l'attività dell'ex Ilva - dal 31 luglio ufficialmente in vendita -"deve essere sospesa". L'ultima parola spetta comunque ai giudici lombardi.
    Il 24 ottobre si discuterà anche l'ammissibilità della class action risarcitoria avanzata da 136 cittadini (tra cui i promotori dell'azione inibitoria). Entrambi i ricorsi sono stati presentati gli avvocati Ascanio Amenduni e Maurizio Rizzo Striano.
    Per la Corte Ue, la previa valutazione dell'impatto dell'attività di un'installazione come l'acciaieria ex Ilva deve costituire atto interno ai procedimenti di rilascio e riesame dell'autorizzazione all'esercizio previsti da tale direttiva. E nel procedimento di riesame occorre considerare le sostanze inquinanti connesse all'attività dell'installazione, anche se non sono state valutate nel procedimento di autorizzazione iniziale. In caso di pericoli gravi e rilevanti - hanno puntualizzato i giudici - per l'integrità dell'ambiente e della salute umana, l'esercizio dell'installazione deve essere sospeso.
    I cittadini ricorrenti chiedono innanzitutto la "cessazione delle attività dell'area a caldo" dell'ex Ilva, la "chiusura delle cokerie, l'interruzione dell'attività dell'area a caldo fino all'attuazione delle prescrizioni" dell'Aia e la "predisposizione di un piano industriale che preveda l'abbattimento delle emissioni di gas serra di almeno il 50%".
   
   

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