"La nostra è un'università che ha una
componente medica forte. Gran parte dei reparti è a conduzione
universitaria e ci sono eccellenze in ambito sanitario. Pezzi di
quei medici in trincea sconcertati da quanto sta accendendo.
Anche studenti di medicina e specializzandi che sono in una fase
fondamentale della loro formazione sono stati coinvolti in
questo pericoloso momento". Così Gaetano Serviddio, direttore
del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche
dell'università degli studi di Foggia, in merito all'adesione
dell'ateneo (area medica) alla manifestazione organizzata dalle
sigle sindacali degli operatori sanitari, che si terrà a partire
dalle 11.30 davanti al policlinico Riuniti di Foggia,
organizzata in seguito all'escalation di violenze ai danni del
personale sanitario nelle ultime settimane.
"È falsa - continua Serviddio - la percezione di una
contrapposizione tra medici e cittadini. Non ci sembra credibile
l'ipotesi dell'utilizzo dell'esercito in corsia. Noi vogliamo il
rapporto continuo e diretto con i nostri pazienti. Registriamo
una rabbia pazzesca nei cittadini in attesa magari anche 15-18
ore al pronto soccorso. È un problema che ha altre origini.
Sugli ospedali si scarica tutto il peso di un'assenza di una
medicina territoriale in grado di soddisfare le esigenze del
cittadino che trova come ipotesi terminale l'ospedale come
riferimento che si congestiona".
"Stamani - ha concluso - vorrei passasse uno slogan, 'curati
di chi ti cura'. Noi siamo vicini e amiamo i nostri pazienti che
accogliamo sempre. A qualsiasi ora. Ma sugli ospedali si scarica
il bisogno di welfare e assistenza della cittadinanza".
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