Natuzzi spa, nel corso di un incontro
con i sindacati Cobas e Usb, ha comunicato di essere impegnata a
cercare soluzioni alternative ai licenziamenti collettivi e di
aver chiesto al Governo l'accesso a soluzioni alternative quali
gli ammortizzatori sociali, le misure della decontribuzione al
Sud e a sostegno del made in Italy. Se ci sarà l'impegno del
governo, l'azienda procederà a "saturare" le fabbriche italiane
evitando, quindi, il ricorso agli ammortizzatori sociali.
L'incontro si è tenuto presso la sede di Confindustria, a Bari,
in occasione della presentazione del Piano industriale
2025-2029, già sottoposto ai sindacati Confederali
dell'Industria del Legno e del Commercio.
Attualmente Natuzzi ha circa 3.500 nel mondo: 1.900 sono in
Italia e, di questi, 1.800 al Sud. Dei licenziamenti collettivi
alla Natuzzi si parla dal 2022, successivamente si era
ipotizzata una crescita del mercato del 10%, invece c'è stato un
calo che ha riguardato tutto il settore al livello mondiale. Per
contenere le eccedenze di personale, la società ha fatto ricorso
al contratto di espansione (che è cessato) e agli ammortizzatori
sociali, che saranno utilizzati fino a fine 2024.
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