"Con cuore e occhi pieni di
amarezza, ma con la speranza di essere ascoltati, ci rivolgiamo
a lei perché volga lo sguardo sulla drammatica situazione degli
ulivi in Puglia da anni aggrediti dalla xylella. Nonostante
allarmi, denunce, dibattiti e inchieste, il batterio - che ha
già compromesso milioni di piante in particolare nel basso
Salento - continua ad essere aggressivo contaminando ampie zone
fra le province di Brindisi e Bari". E' un passaggio della
lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, sottoscritta da
decine di imprenditori pugliesi e dalle amministrazioni comunali
di Ostuni, Carovigno e Fasano, con cui si chiedono al governo
"misure radicali e concrete" per fronteggiare gli effetti
dell'avanzata del batterio della xylella dopo i gravi danni già
provocati all'olivicoltura ed al paesaggio delle province di
Lecce e Brindisi. Promotrice di questa iniziativa è Alessandra
Testa che oltre 10 anni fa ha acquistato una masseria nelle
campagne di Ostuni. La lettera è stata pubblicata oggi su
un'intera pagina del Corriere della Sera.
"La Puglia, tanto decantata e amata, diventata prestigiosa
destinazione internazionale, ammirata dai potenti della terra
come al recente G7 a Savelletri, non sarebbe - prosegue la
lettera - più la Puglia senza i suoi olivi secolari e senza il
suo olio extravergine di oliva". "Occorre salvare gli ulivi
Pugliesi a rilanciare l'olivicoltura della regione. Obiettivo
possibile - si legge nell'appello al governo- come dimostrato
dai recenti studi e ricerche scientifiche ad altissimo livello
su diversi ipotesi di intervento. Si tratta di interventi
costosi, non sopportabili dai singoli operatori". Ma più costosa
per il Paese e per la nostra regione, se la xylella avesse
partita vinta, sarebbe la scomparsa di un patrimonio naturale
unico al mondo con la conseguente marginalità dell'olio
extravergine d'oliva italiano, oltre a un incalcolabile impatto
ambientale, paesaggistico, culturale ed economico ed una
drammatica - conclude - ricaduta occupazionale in tutti i
settori economici interessati".
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