Il disegno di legge della giunta
Todde sulla sospensione per gli impianti di produzione di
energia elettrica da fonti rinnovabili in Sardegna, riprende la
sua strada nelle commissioni quarta e quinta del consiglio
regionale, a pochi giorni dalla manifestazione dei comitati
contro la speculazione delle multinazionali e dei 'signori del
vento' di sabato scorso a Saccargia.
Domani alle 10.30 i parlamentini guidati dal pentastellato
Roberto Li Gioi (Governo del territorio) e dal dem Antonio
Solinas (Attività produttive) si riuniranno per esaminare gli
emendamenti al testo presentati la scorsa settimana, con
l'obiettivo di incassare presto il parere del Cal e arrivare in
Aula il 25 giugno. Le modifiche sono quattro in totale: due
firmate da Piero Maieli, all'opposizione nel gruppo Misto, una
dal collega di Fdi Emanuele Cera e l'altro della giunta. Si
concentreranno su quest'ultimo gli interventi delle commissioni
riunite in seduta congiunta.
Il correttivo, presentato dalla stessa giunta regionale,
sostituisce in toto l'articolo 2 del provvedimento originale,
definendo nel dettaglio in quali ambiti territoriali si applica
o meno la sospensione alla costruzione di impianti per un anno e
mezzo, in attesa che venga definita (entro sei mesi
dall'approvazione del decreto del governo) la mappa delle aree
idonee sarde. In particolare la modifica proposta dalla giunta
specifica che sono sottoposte alle misure di salvaguardia e
divieto, anche se sono in corso procedure di autorizzazione,
tutte le aree naturali protette, le zone umide di importanza
internazionale e quelle Sic, le aree della Rete Natura 2000 e
quelle di riproduzione di specie faunistiche protette, aree
agricole interessate da produzioni biologiche e marchi (Dop,
Igp, Doc ecc).
E ancora le aree a rischio idrogeologico, quelle che distano
sette chilometri dai beni culturali (1.500 metri per le isole
minori), la fascia costiera dei 300 metri dal mare, aree che
distano meno di 2 chilometri da alberi monumentali.
La criticità è una: restano esclusi dal divieto, oltre agli
interventi che non comportano uso di suolo, per autoconsumo e
quelli delle comunità energetiche, anche quelli "di manutenzione
ordinaria straordinaria o di revamping di impianti rinnovabili"
già esistenti, come quello, per esempio, previsto proprio
nell'area dove sorge la Basilica di Saccargia.
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