(di Stefano Ambu)
Un'isola che supera di oltre due
punti percentuale l'indice di vecchiaia nazionale. Con il 26,8%
della popolazione composta da over 65 (rispetto al 26,3% del
2022) e con un rapporto tra decessi e nascite che presenta un
saldo naturale in costante peggioramento. È la Sardegna
fotografata dal rendiconto sociale dell'Inps presentato nella
sede di viale Diaz a Cagliari.
In questo scenario di riferimento l'Inps ha liquidato 20.495
nuove pensioni Ivs (invalidità, vecchiaia e superstiti) nel
corso del 2023, mentre sono circa 425.000 quelle in vigore. Gli
importi regionali sono più bassi rispetto alla media nazionale,
i tempi di liquidazione sono in media entro i 30 giorni. Per
l'invalidità civile il dato è in costante crescita con 20.316
nuove prestazioni liquidate nel 2023 (+8,8% rispetto al 2022) e
128.438 prestazioni vigenti. Con riferimento al mercato del
lavoro, i dati evidenziano, come per le altre regioni, un
prodotto interno lordo in aumento. A fronte dell'aumento del
tasso di occupazione si registra anche un lieve calo del tasso
di disoccupazione.
L'indice di impiego della forza lavoro evidenzia come i
settori di maggiore rilievo sono il commercio, le istituzioni
dello Stato, il settore finanziario, quello dei servizi di
alloggio e ristorazione. Un dato significativo emerge per la
Sardegna: a fronte di una riduzione del numero medio di imprese
rispetto al 2022 (da 150.650 a 147.927), si registra un aumento
del numero medio di addetti, che passa da 490.995 del 2022 ai
522.650 del 2023. Inoltre, pur restando largamente prevalenti
(96,8% del totale), si riduce rispetto al 2022 il numero di
microimprese (da 1 a 9 addetti) e aumenta il numero di quelle
piccole (10 - 49) e medie (50 - 249).
Nel settore privato, permangono redditi medi giornalieri più
bassi della media nazionale. Con riferimento agli ammortizzatori
sociali, il 2023 ha visto aumentare il numero di beneficiari di
per cessazione del rapporto di lavoro, dovuto soprattutto
all'aumento delle domande accolte di Naspi. Le sedi sarde hanno
erogato il beneficio entro 30 giorni per circa il 94%. Anche per
la cassa integrazione ordinaria i tempi medi di autorizzazione
sono passati da 44 giorni nel 2022 a 24 giorni nel 2023.
"Il contesto socio-economico - ha detto il direttore
regionale Francesco Ciro Di Bernardo - è migliorato rispetto al
2022. Noi stessi come Inps abbiamo fatto notevoli passi avanti:
siamo ad un livello di organizzazione interna che consente la
liquidazione delle pensioni medie tra 30 giorni. Stesso discorso
per quelle che sono disoccupazioni. Stiamo praticamente avviando
quella nuova forma di presenza sul territorio, portando l'Inos
in posti dove non c'è. L'occupazione è aumentata, questo è un
dato più che positivo, anche se c'è un aumento dei contratti a
tempo determinato ma questo è un fenomeno che può essere
generalizzato in tutta Italia. Altro dato positivo: c'è
un'elevata percentuale di Durc che sono regolari già in
partenza, una testimonianza della rispondenza del tessuto
aziendale a questa ripresa post Covid.
Qualche appunto dal Comitato regionale Inps: "Uno su tutti -
ha detto il presidente Renato Arba - riguarda ad esempio
l'invalidità civile. Ci sono migliaia di pratiche ancora
inevase: bisogna intervenire per abbattere questi tempi di
attesa lunghissimi. Stiamo lavorando per trovare delle
soluzioni".
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