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Il 98% della Sardegna è area non idonea a impianti rinnovabili

Il 98% della Sardegna è area non idonea a impianti rinnovabili

In allegati a ddl criteri e regole su procedure autorizzazione

CAGLIARI, 04 dicembre 2024, 15:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cinque articoli e sette pagine di allegati: è il disegno di legge sulle aree idonee per gli impianti di energia rinnovabile approvato oggi dal Consiglio regionale della Sardegna che di fatto "rende area non idonea oltre il 98% della Sardegna", come sottolineato più volte dalla giunta. A definire esattamente i criteri e i processi autorizzativi (ordinario o 'rinforzato') sono gli allegati tecnici.
    DEFINIZIONE IMPIANTI. Si parte dalla definizione degli impianti stessi, per non generare equivoci, specificati all'articolo 1, comma 3: impianti da 1 Megawatt (fotovoltaico di piccola taglia); da 1 a 10 MW (media taglia); superiore ai 10 (grande taglia). Stessa classificazione si prevede per gli impianti del termoidraulico e dell'agrivoltaico, mentre per l'eolico si fa riferimento all'altezza del mozzo e al diametro del rotore. Sono contemplati anche gli impianti di generazione elettrica da biomasse, l'idroelettrico e i geotermoelettrici, in base ai differenti livelli di potenza energetica.
    DOVE SI POTRANNO INSTALLARE. La specifica del ddl sulle aree idonee è l'allegato F, di quattro pagine. Per ogni territorio utile è precisata la tipologia di fonte rinnovabile. Pale e pannelli di media taglia potranno essere installati nelle "aree destinate a discariche di rifiuti" o che lo sono state, così come nelle zone D (produttive) e G (servizi) "nelle zone industriali di interesse regionale o gestite dai consorzi provinciali" e anche in quelle "dismesse". E ancora "le aree estrattive di prima e seconda categoria", come miniere e cave, anche se in disuso. Il solo fotovoltaico, invece, può arrivare sino al limite delle aree aeroportuali e portuali, "esclusi gli approdi turistici", oltre che su "tetti e coperture" di edifici pubblici e privati.
    FONDI COMUNITA' ENERGETICHE E AUTOCONSUMO. Via agli incentivi regionali: a partire dal 2025 sarà istituito un fondo, alimentato con risorse regionali, nazionali e europee, con una dotazione iniziale per gli anni 2025-2030 pari 678 milioni di euro totali, di cui 50 milioni nel 2025, 70 nel 2026 e 139,5 per ciascuno degli anni 2027, 2028, 2029 e 2030. Le risorse serviranno a concedere misure di incentivo, sia sovvenzioni a fondo perduto sia attraverso strumenti finanziari destinate al sostegno di interventi di installazione di impianti fotovoltaici e di accumulo di energia elettrica per l'autoconsumo.
    DEROGHE AI COMUNI IN AREE NON IDONEE. i Comuni sardi possono realizzare impianti in aree definite non idonee, anche con l'obiettivo di contenere i costi energetici, nel rispetto delle peculiarità storico-culturali, paesaggistico-ambientali e delle produzioni agricole. Prevista la richiesta di un'istanza alla Regione, propedeutica alla realizzazione di un impianto, ma per farlo serve una delibera del consiglio comunale, preceduta dallo strumento partecipativo del "dibattito pubblico" che coinvolga anche gli altri comuni confinanti.
    MORATORIA ABROGATA. Con l'ok al ddl decade la legge 5, la cosiddetta moratoria di 18 mesi sulla realizzazione di impianti, di cui alcune parti vengono recuperate nel testo, in particolare sulle installazioni in aree agricole se presentate da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, con taglia inferiore ai 10 Megawatt, autorizzati o finanziati dal Pnrr.
   

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