Cinque articoli e sette pagine di
allegati: è il disegno di legge sulle aree idonee per gli
impianti di energia rinnovabile approvato oggi dal Consiglio
regionale della Sardegna che di fatto "rende area non idonea
oltre il 98% della Sardegna", come sottolineato più volte dalla
giunta. A definire esattamente i criteri e i processi
autorizzativi (ordinario o 'rinforzato') sono gli allegati
tecnici.
DEFINIZIONE IMPIANTI. Si parte dalla definizione degli
impianti stessi, per non generare equivoci, specificati
all'articolo 1, comma 3: impianti da 1 Megawatt (fotovoltaico di
piccola taglia); da 1 a 10 MW (media taglia); superiore ai 10
(grande taglia). Stessa classificazione si prevede per gli
impianti del termoidraulico e dell'agrivoltaico, mentre per
l'eolico si fa riferimento all'altezza del mozzo e al diametro
del rotore. Sono contemplati anche gli impianti di generazione
elettrica da biomasse, l'idroelettrico e i geotermoelettrici, in
base ai differenti livelli di potenza energetica.
DOVE SI POTRANNO INSTALLARE. La specifica del ddl sulle aree
idonee è l'allegato F, di quattro pagine. Per ogni territorio
utile è precisata la tipologia di fonte rinnovabile. Pale e
pannelli di media taglia potranno essere installati nelle "aree
destinate a discariche di rifiuti" o che lo sono state, così
come nelle zone D (produttive) e G (servizi) "nelle zone
industriali di interesse regionale o gestite dai consorzi
provinciali" e anche in quelle "dismesse". E ancora "le aree
estrattive di prima e seconda categoria", come miniere e cave,
anche se in disuso. Il solo fotovoltaico, invece, può arrivare
sino al limite delle aree aeroportuali e portuali, "esclusi gli
approdi turistici", oltre che su "tetti e coperture" di edifici
pubblici e privati.
FONDI COMUNITA' ENERGETICHE E AUTOCONSUMO. Via agli incentivi
regionali: a partire dal 2025 sarà istituito un fondo,
alimentato con risorse regionali, nazionali e europee, con una
dotazione iniziale per gli anni 2025-2030 pari 678 milioni di
euro totali, di cui 50 milioni nel 2025, 70 nel 2026 e 139,5 per
ciascuno degli anni 2027, 2028, 2029 e 2030. Le risorse
serviranno a concedere misure di incentivo, sia sovvenzioni a
fondo perduto sia attraverso strumenti finanziari destinate al
sostegno di interventi di installazione di impianti fotovoltaici
e di accumulo di energia elettrica per l'autoconsumo.
DEROGHE AI COMUNI IN AREE NON IDONEE. i Comuni sardi possono
realizzare impianti in aree definite non idonee, anche con
l'obiettivo di contenere i costi energetici, nel rispetto delle
peculiarità storico-culturali, paesaggistico-ambientali e delle
produzioni agricole. Prevista la richiesta di un'istanza alla
Regione, propedeutica alla realizzazione di un impianto, ma per
farlo serve una delibera del consiglio comunale, preceduta dallo
strumento partecipativo del "dibattito pubblico" che coinvolga
anche gli altri comuni confinanti.
MORATORIA ABROGATA. Con l'ok al ddl decade la legge 5, la
cosiddetta moratoria di 18 mesi sulla realizzazione di impianti,
di cui alcune parti vengono recuperate nel testo, in particolare
sulle installazioni in aree agricole se presentate da
coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, con
taglia inferiore ai 10 Megawatt, autorizzati o finanziati dal
Pnrr.
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