Terza sconfitta consecutiva,
quarta se si considera anche la Coppa Italia. Ma la classifica
rimane per il momento uguale: Cagliari sempre terzultimo, da lì
non si scappa. Le rivali, però, al contrario di quanto accaduto
nel turno precedente, non si sono mosse nemmeno loro. Il
problema è che, proprio per questo, la giornata abbordabile con
una diretta concorrente poteva essere sfruttata meglio. Anche
perché il Cagliari sulla carta rischia di rimanere ancora fermo:
sabato in Sardegna per concludere il 2024 arriva l'Inter.
L'analisi del mister Davide Nicola e del capitano Alessandro
Deiola spiegano la sconfitta con quindici minuti di blackout. In
realtà il primo tempo, salvato da tecnico e centrocampista,
presenta sinistre analogie con altre prime frazioni di gioco
delle gare precedenti. Con la Fiorentina il Cagliari sembrava
avere la partita in controllo, ma ha subito il gol alla prima
vera occasione utile per i viola. Con la Juventus idem:
avversario che sembra tenuto a bada. E invece gol di Vlahovic.
Con il Venezia la stessa cosa: possesso palla anche nettamente
superiore, ma avversari più convinti e soprattutto più pratici.
Quella del gol dei veneti è l'azione che il Cagliari non è
riuscita mai a organizzare nei primi 45 minuti di gioco. Anche
se poi l'opportunità migliore, in mischia, era stata quella del
colpo di testa di Mina. Poi luce spenta con i due gol del
Venezia, uno annullato per qualche centimetro e l'altro vero.
Quindi la reazione rabbiosa con il gioco al momento più
congeniale ai rossoblù: manovra avvolgente sulle fasce e poi
palla nel mezzo a cercare Pavoletti, Lapadula, o una respinta
difettosa della difesa.
Tatticamente ha ragione Nicola: si erano creati i presupposti
per riprendere o addirittura ribaltare la partita. Ma i cross
sono un po' una lotteria. Ed è uscito solo il numero di
Pavoletti, al primo gol della stagione. Più sfortunate invece le
conclusioni di Lapadula e Felici.
Rossoblù che segnano poco: un gol nelle ultime quattro gare.
Natale di lavoro per il Cagliari in vista della partita con
l'Inter. Sembra difficile il recupero di Luvumbo, ma l'angolano
ci proverà. Così come è obbligato a provarci il Cagliari: a Mina
e compagni contro i nerazzurri serve una gara giocata come
quella con l'Atalanta. Ma con un risultato diverso.
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