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Un Don Giovanni cupo e malvagio al 'Massimo'

Un Don Giovanni cupo e malvagio al 'Massimo'

Teatro festeggia compleanno con il capolavoro di Mozart

PALERMO, 04 giugno 2014, 13:11

Redazione ANSA

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. - RIPRODUZIONE RISERVATA

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    Una scena circolare ruota su se stessa e svela le meraviglie di un palazzo a Siviglia, luogo prediletto per le seduzioni del "Don Giovanni" di Mozart al debutto ieri sera al Teatro Massimo di Palermo.

Una scena importante e complessa di Angelo Canu ha fatto da cornice al capolavoro di Mozart che resterà in scena fino al 25 maggio e che ha richiamato un folto pubblico per l'anniversario dell' inaugurazione del Teatro.

Questa nuova produzione del Massimo ci ha presentato un Don Giovanni, interpretato magistralmente da Carlos Alvarez, ancora più cupo e malvagio dell'originale. La regia di Lorenzo Amato ha puntato tutto sulle scelleratezze del gentiluomo di Siviglia, che gioca con la morte, l'altrui e la propria, omicida e bugiardo, traditore che insegue la morte e che però manca di un tratto essenziale della personalità: la sensualità. Insomma qui Don Giovanni ha perso parte della sua complessità. Ma le infinite conquiste del personaggio sono necessarie per fugare la stessa idea di morte, che è poi la tesi principale della fortuna di Woody Allen: il sesso allontana il pensiero della fine. Ma qui si è persa qualunque leggerezza, a favore di un destino cupo, cui non riesce a far da contro altare nemmeno la solarità e la coscienza morale di Leporello, il servo - doppio del gentiluomo, nella bella e applaudita prova di Marco Vinco. Don Giovanni ha un catalogo, compilato da Leporello, ma non possiede un Decalogo, la dimensione etica non lo sfiora nemmeno e uccide il Commendatore con il collo di una bottiglia, e non in un duello. I costumi di Marja Hoffmann attraversano i secoli, ma non c'è dubbio che i più antichi hanno una nobiltà che non abbiamo riscontrato nel povero tailleur di Donna Elvira o nelle approssimative sottane delle comparse ed è chiaro che tutto ciò riguarda le scelte del regista e non della costumista. Di grande lucidità il lavoro del maestro Stefano Ranzani, che ha ben curato anche i recitativi, oltre che l' insieme delle voci. Successo personale per Michail Ryssov nel ruolo del Commendatore, che però torna alla fine come supposto fantasma e non come Convitato di pietra. Ma va bene anche così. Bene Maija Kovajevska, appassionata Donna Elvira), Biagio Pizzuto e Barbara Bargnesi (Masetto e Zerlina), Tomislav Muzek e Rocio Ignacio (Don Ottavio e Donna Anna). Vogliamo segnalare nel secondo cast a partire da stasera Mattia Oliveri, Laura Giordano, e Giulio Pelligra.

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