Dopo il successo registrato sabato e domenica al Teatro L'Idea di Sambuca di Sicilia, dove è stato presentato in prima nazionale, sarà a Palermo domani e mercoledì 28 maggio alle ore 21.00, al Teatro Garibaldi alla Kalsa, lo spettacolo Il muro di silenzio, studio per una tragedia siciliana, per la regia di Paolo Mannina.
Un testo di forte denuncia, scritto dal drammaturgo palermitano Paolo Messina e rappresentato per la prima volta a Napoli nel 1963, ancora di straordinaria attualità.
La pièce affrontava infatti un tema scottante, analizzando prima ancora che Leonardo Sciascia scrivesse Il giorno della civetta, le lacerazioni di una famiglia taglieggiata da un mafioso locale. Nonostante i successi raccolti in tutta Europa, grazie anche a un cast d'eccezione formato da Gian Maria Volontè, Paolo Borboni e Carla Gravina, l'opera fu presto estromessa dal repertorio rappresentato in Italia. La Rai, che avrebbe dovuto mandarla in onda, la censurò giudicandola "non adatta al suo pubblico". "Non doveva essere facile in quegli anni - spiega Paolo Mannina - portare sul palcoscenico le contraddizioni di una vicenda protomafiosa che si prestava ad un' interpretazione non univoca; soprattutto in anni in cui la Mafia era qualcosa più di un'ombra: un sistema di vita, un modo di pensare, una sottocultura popolare. L'opera - prosegue - fu presto dimenticata e intorno all'autore si venne innalzando quello stesso muro di silenzio che egli avrebbe voluto metaforicamente far cadere, rappresentando una storia di ordinaria omertà".
A oltre cinquant'anni di distanza una compagnia di attori si trova alle prese con la riedizione dell'opera prima di Paolo Messina. In scena Bruno di Chiara, Nino Faranna, Alberto Lanzafame, Viviana Lombardo, Paolo Pintabona, e una straordinaria Ada Simona Totaro nel ruolo della madre interpretato come la protagonista di una tragedia greca. La sapiente regia di Paolo Mannina, cui va il merito di avere recuperato questo testo "dimenticato", rivisita in chiave contemporanea questa tragedia siciliana con una citazione finale di Federico Garcia Lorca che chiude lo spettacolo prodotto dal teatro L'Idea di Sambuca, Cantieri Teatrali Zabut, e dal Garibaldi di Palermo.
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