Una scarcerazione legata a gravi motivi di salute e non all'emergenza coronavirus.
E' quanto sostiene l'avvocato Giovanni Di Benedetto, legale del boss Francesco Bonura, sulla decisione del tribunale di sorveglianza di Milano.
"Ho letto e sentito sulla vicenda Bonura affermazioni
improprie e strumentali che obliterano il caso concreto - dice
l'avvocato Di benedetto -. A fronte di una condanna pari a 18
anni e 8 mesi a Bonura restano da scontare, considerati i
maturandi giorni di liberazione anticipata, meno di 9 mesi di
carcere. Nel contesto della lunga carcerazione il Bonura ha
subito un cancro al colon, è stato operato in urgenza e
sottoposto a cicli di chemioterapia; di recente i marker
tumorali avevano registrato una allarmante impennata. Se a tutto
ciò si aggiunge, come si deve, l'età (Bonura ha 78 anni) ed i
rischi a cui lo stesso, vieppiù a Milano, era esposto per il
Coronavirus risulta palese la sussistenza di tutti i presupposti
per la concessione de differimento della pena nelle forme della
detenzione domiciliare in ossequio ai noti principi, di sponda
anche comunitaria, sull'umanità che deve sottostare ad ogni
trattamento carcerario".
"Del tutto errato è altresì il riferimento al recente decreto
'Cura Italia' - conclude il legale - che non si applica al caso
di specie e che non ha nulla a che vedere con il differimento
pena disposto per comprovate ragioni di salute e sulla base
della previgente normativa. Ogni vicenda va affrontata nel suo
particolare altrimenti si rischia di scadere in perniciose e
inopportune generalizzazioni che alterano la realtà".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA