La prima edizione di "Ierofanie Festival - L'anima della Sicilia, i luoghi del sacro", per la direzione artistica di Claudio Collovà, si terrà dal 28 luglio al 26 agosto con la direzione artistica di Claudio Collovà.
Nove gli appuntamenti di musica, teatro poesia nei parchi archeologici di Giardini Naxos e di Segesta.
Inaugura il festival, a Naxos, Roberto Latini, che legge
Mariangela Gualtieri in "La delicatezza del poco e del niente",
per voce sola, sulle composizioni della poetessa cesenate. Il
giorno dopo sarà la volta di "The Waste Land Suite", a cento
anno dalla pubblicazione del capolavoro di T.S. Eliot: Collovà
lo presenterà con le musiche originali tratte dal suo fortunato
spettacolo del 2002. Seguiranno la musica di Juri Camisasca;
Anna Maria Hefele, in concerto con Wolf Jansha alla jew's harp',
che conclude la parte di Ierofanie a Giardini Naxos.
La seconda parte, dal 6 agosto, si svolge a Segesta:
Francesco Benozzo (arpa celtica), con il suo concerto "Le pietre
del sogno". Roberto Latini porta il suo "Cantico dei Cantici";
Qlima, una performance musicale scritta da Simona Norato; Miriam
Palma con "La guardiana delle rovine"; l'arpista Giorgia Panasc
e Giulia Perriera, alle percussioni, nel concerto "Manas".
Il programma ha un calendario di approfondimenti sul tema del
sacro, curato da Fulvia Toscano. Ci saranno Angelo Tonelli e
Davide Susanetti, Caro Hilmann con Riccardo Mondo e Luigi
Turinese, Alessandro Dehò e Davide Brullo, Andrea Scarabelli ed
Eduardo Zarelli. Infine un seminario e un workshop a
Segesta-Calatafimi condotti da Raffaele Schiavo.
Il festival nasce da un'idea di Fulvia Toscano e dello stesso
Collovà, condivisa con l'assessore regionale dei Beni culturali
e dell'Identità siciliana, Alberto Samonà, che hanno illustrato
il cartellone al Parco Archelogico Naxos, insieme a Gabriella
Tigano, direttrice del Parco archeologico, e Francesco Panasci
direttore produzione.
"Questo Festival - ha detto Samonà - sarà vissuto e, poi,
cristallizzato come espressione di alterità, come un 'Oltre' che
arriva fin qui".
"E' un felice viaggio nel sacro che sono certo condurrà in
quella dimensione del divino che da sempre abita la nostra
isola", ha concluso Collovà.
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