Una serata interamente dedicata al "Cabaret", il 4 dicembre alle 20,30 al Teatro Massimo di Palermo per la Stagione concertistica.
Il Kabarett tedesco, il Music Hall anglosassone, il Vaudeville americano e il Café Chantant francese per una serata all'insegna dell'imprevedibile, fino alla comicità di Ettore Petrolini.
Protagonisti sono Omer Meir
Wellber che con le sue scelte mette in scena una vera e propria
drammaturgia musicale, Ernesto Tomasini, attore e cantante, Hila
Baggio, soprano israeliano, che intonerà in yiddish alcune
canzoni di Cabaret in voga a Varsavia negli anni venti. Wellber,
direttore musicale del teatro, sarà al pianoforte e alla
fisarmonica, accompagnato da un quartetto d'archi, Silviu Dima e
Gioacchino Di Stefano ai violini, Rosario D'Amato alla viola e
Giuseppe Nastro, primo violoncello del Teatro Massimo. Wellber
trova sempre l'occasione per mettere in evidenza alcuni elementi
dell'orchestra che dirige stabilmente. Tomasini è un cantante
raro, nato a Palermo, la sua voce ha un'estensione di quattro
ottave, può cantare ruoli maschili e femminili e già lo abbiamo
sentito in un concerto di Capodanno vestire e cantare il ruolo
di Violetta. Ha vissuto a Londra per molti anni "Proprio a
Londra ho avuto insegnanti di canto e recitazione- racconta
l'artista- ho lavorato molto nei musical dei teatri del
west-end, ho interpretato "Chicago". Poi la fama è arrivata con
"One man show", spettacolo su le voci dei castrati dei bambini,
dal 1700 fino all'ultimo castrato del 1922. Identità di genere?
È un problema oggi di gran moda, ma esiste certamente da più di
un secolo. Ci sono canzoni del 1906 che mostrano l'urgenza di
molti artisti di ribellarsi di fronte all'etichetta da dare a un
essere umano. Mi innamoro sempre della personalità, uomo o donna
non mi interessa. Dietro questa non specificità si cela una
sofferenza, una vaghezza che a sua volta nasconde una
ribellione. E quando dici ribellione dici Cabaret. In fondo il
Cabaret ha la dimensione della denuncia, sempre, e la
possibilità di esprimere la schizofrenia di questo nostro mondo.
Le canzoni del Cabaret frammentano il suono, sono un mix di
recitazione, una vera performance per portare fuori gli orrori
che ci circondano. Poi nel sud d'Italia ha preso connotazioni
comiche o di satira anche violenta, ma ormai credo sia
scomparso. E' certo che il Cabaret prende declinazioni diverse a
seconda dei paesi da cui proviene e qui ne avremo parecchi
esempi, e non c'è mai una quarta parete, il dialogo è diretto,
col pubblico. Perchè sento il bisogno di teatralizzare tutto? Ho
fatto sempre così, forse è una difesa, una lieve consolazione.
Il 7 dicembre esce nelle sale un film , "Ciurè", che mi vede
protagonista, sarò una vecchia maitresse che ha a che fare con
la malavita".
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