Gli scatti e le registrazioni di
due studiosi etnomusicologi raccontano la Sicilia del 1954: un
mondo dominato ancora dalle fatiche dei ceti subalterni, dai
canti popolari e da luoghi che sono profondamente cambiati.
Racconta tutto questo una mostra ("Sicilia 1954") ospitata dal 1
al 31 luglio nella sala delle Verifiche di Palazzo Steri a
Palermo. L'esposizione - promossa dall'università di Palermo,
dal museo delle marionette e dal centro studi Alan Lomax - è
curata da Sergio Bonanzinga e Rosario Perricone.
Prima dell'inaugurazione si terrà un seminario sui due
studiosi che, tra l'estate 1954 e gennaio 1955, intrapresero un
viaggio musicale in Sicilia. Tutto cominciò con l'arrivo
dell'etnomusicologo americano Alan Lomax che per la sua ricerca
si appoggiò al centro nazionale di studi di musica popolare
(Cnsmp) e spesso venne affiancato da Diego Carpitella, che due
anni prima si era già impegnato in una importante indagine
etnografica condotta in Basilicata con l'etnologo Ernesto de
Martino. In seguito diventerà docente nell'università La
Sapienza di Roma.
Dopo la scomparsa di Lomax, l'associazione a lui intestata e
a lungo presieduta dalla figlia Anna Lomax Wood Chairetakis, ha
deciso di rendere disponibile in Italia la versione digitale
della documentazione raccolta con l'indagine di 70 anni fa.
La mostra ora mette insieme immagini e suoni raccolti tra
contadini e carrettieri, accompagnati dalle annotazioni di Lomax
tratte dal suo diario personale: una Sicilia povera ma dove,
oltre alla dignità del lavoro, si potevano osservare
straordinarie pratiche espressive ormai perdute.
"Con questa mostra - dicono i curatori Sergio Bonanzinga e
Rosario Perricone - intendiamo non solo celebrare un momento
fondativo per la ricerca etnomusicologica in Sicilia e in
Italia, ma anche festeggiare un duplice anniversario: il
settantesimo del viaggio musicale in Sicilia e il centenario
della nascita del maestro Diego Carpitella".
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