"Questo Festino segnerà la storia di questa città.
Rosalia passò per le vie di Palermo facendo del bene e guarendo.
La Patrona contribuì a sconfiggere la peste. A
noi viene oggi fatta una sfida. Mettere insieme diritti e
responsabilità perché non si può vivere in una Babele dove non
ci si capisce. Rosalia è la speranza di una città ferita dalla
violenza, dalla diffusione della droga, dalla disoccupazione,
dalle degradate periferie urbane e spirituali, da un centro
storico che rischia di essere un grande pub. Ma non basta la
convivialità gastronomica, si deve offrire anche la convivialità
spirituale". Lo ha detto stamane l'arcivescovo di Palermo
Corrado Lorefice presentando il Quattrocentesimo Festino di
Santa Rosalia dal titolo "Rosalia pellegrina di speranza,
Palermo rifiorisce con te". Con lui c'erano il sindaco di
Palermo Roberto Lagalla, l'assessore alla Cultura Giampiero
Cannella, il parroco della Cattedrale Filippo Sarullo, il
direttore artistico Marco Balich. Al sindaco Lagalla
l'arcivescovo offre una moneta celebrativa coniata per il 400°
Festino e la lettera che Papa Francesco ha voluto rivolgere alla
città. Per il sindaco Lagalla "la dottrina sociale della Chiesa,
per chi crede, è un richiamo al bene comune. Questo anno
giubilare ci dà la speranza del rinnovamento di questa città,
delle sue condizioni di vita e di lavoro". "È importante il
nostro investimento nelle aree marginali per la formazione delle
coscienze e per l'educazione al bello - ha aggiunto Lagalla -
questo festino è dedicato alla speranza e alla bellezza. È una
chiamata alla corresponsabilità per il rinnovamento delle
coscienze. La programmazione religiosa e quella laica sono state
vissute in maniera integrata. Il progetto guarda non solo ai
giorni del Festino, dal 10 al 15 luglio, ma a tutto l'anno
giubilare".
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