"I migranti soccorsi dalla Open
Arms non avevano diritto di scendere perché malati, ma perché
uomini liberi. Infatti a Salvini si contesta il reato di
sequestro di persona, non di lesioni. Il problema è la libertà
non la salute". Lo ha detto nel corso di brevi repliche la
procuratrice aggiunta Marzia Sabella, pubblica accusa al
processo che vede imputato per rifiuto di atti d'ufficio e
sequestro di persona il leader della Lega Matteo Salvini.
Salvini è accusato di aver negato illegittimamente lo sbarco a
Lampedusa, ad agosto del 2019, a 147 migranti soccorsi in mare
dalla nave della ong spagnola Open Arms. Il 14 settembre scorso
la Procura aveva chiesto la condanna di Salvini a 6 anni.
"Se una nave da crociera ben può costituire un comodo e pur
divertente Pos temporaneo - ha aggiunto - i crocieristi a bordo
che si trovano a non poter sbarcare in assenza di valide ragioni
sono indubbiamente vittime di sequestro di persona".
"Lo sbarco dei minori competeva al ministro dell'Interno, non
alla Prefettura come sostiene la difesa. E i minori avevano
diritto a sbarcare secondo la normativa Sar", ha proseguito la
pm.
"E' scorretto inoltre, come fa la difesa, attribuire la
giurisdizione alla Spagna, Stato di bandiera della Open Arms- ha
continuato il magistrato - La legge prevede, infatti, che la
giurisdizione è del Paese nelle cui acque si trova
l'imbarcazione: in questo caso l'Italia".
Sabella ha smentito che ragioni di sicurezza nazionale
giustificassero il no allo sbarco.
La difesa del leader leghista ha chiesto una breve
sospensione per le contro-repliche.
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