Il Policlinico di Catania è l'unico in Sicilia ad applicare un protocollo chirurgico che ripara da recidive o da future metastasi, a breve o medio termine, del carcinoma alla tiroide.
La procedura internazionale si chiama 'Linfoadenectomia
profilattica laterocervicale nei carcinomi papilliferi' ed è
eseguibile in quelli dal diametro superiore al 1.1 centimetri.
Al paziente vengono dunque rimossi gruppi di linfonodi laterali
oltre ai tumori utilizzando come "porta d'ingresso" la stessa
incisione eseguita durante l' intervento di tiroidectomia
totale. Il protocollo viene attuato dal prof. Roberto Ciuni, sin
dal 2014 nel reparto Clinica chirurgica 1 sotto la guida del
prof. Francesco Basile, e sino ad oggi sono stati sottoposti a
tale procedura 162 pazienti. I potenziali benefici della
linfoadenectomia profilattica sono: riduzione delle
persistenze/recidive della malattia e probabile riduzione di re
interventi. I dati evidenziano un 29% di metastasi linfonodali
laterali misconosciute alla diagnosi, e questo potrebbe esporre
il paziente a eventuali secondi interventi chirurgici o ripetuti
trattamenti radio metabolici. "Il carcinoma della tiroide, per
lo meno la variante più frequente, quella papillifera,
metastatizza a livello dei linfonodi del collo - spiega il porf.
Ciuni - e spesso tali metastasi non sono individuabili durante
l'esame ecografico, date le piccole dimensioni. La percentuale
di linfonodi occulti, cioè non diagnosticati nel tempo
pre-operatorio, è purtroppo alta. Così, molti pazienti
sottoposti a intervento di tiroidectomia totale, cioè la
rimozione totale delle tiroide per cancro, spesso non
beneficiano della corretta stadiazione, ossia la corretta
prognosi post-operatoria che permette di scegliere il tipo di
trattamento da destinare al paziente. Ciò può complicare la
scelta tra eseguire la terapia radiometabolica e il più
ordinario follow-up. Inoltre le metastasi linfonodali possono
perdere la capacità di essere sensibili al trattamento
radiometabolico. Le metastasi ai linfonodi cervicali - ricorda
il prof. Ciuni - possono essere associate ad un alto rischio di
persistenza o recidiva della malattia.
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