Per la prima volta nella storia dell'enologia etnea, i vini dell'Etna scendono ad una profondità di circa 50 metri sotto il livello del mare, nell'area marina protetta, Isola dei Ciclopi, per sperimentare l'affinamento sottomarino, insieme ad un gin, il primo dell'Etna.
La sperimentazione esaminerà l'evoluzione dei vini in affinamento durante, e non dopo, la loro permanenza sott'acqua, attraverso l'analisi di campioni prelevati da sommozzatori specializzati che scenderanno nelle profondità del mare, mese dopo mese.
La
ricerca sperimentale prende il via dalla start-up innovativa
Orygini, fondata da tre giovani amici, Giuseppe Leone, Riccardo
Peligra e Luca Catania, che hanno finanziato il progetto,
ottenendo la fiducia e il supporto di due delle aziende vinicole
etnee più rappresentative: la cantina Benanti fondata dal
cavaliere Giuseppe Benanti e oggi gestita dai figli Antonio e
Salvino, e la cantina Passopisciaro, fondata dal produttore
toscano, recentemente scomparso, Andrea Franchetti, e oggi
guidata dal figlio Benjamin. Complessivamente saranno affinate
2.000 bottiglie di Etna Doc Rosso ed Etna doc Bianco. Con esse
anche
un distillato il primo gin dell'Etna, Volcano Gin (200
bottiglie).
La presentazione del progetto si terrà durante una
conferenza stampa giovedì 14 luglio alle ore 18.30 a Palazzo
Biscari a Catania. Interverranno i fondatori di Orygini, i
rappresentanti titolari delle cantine che hanno scommesso sul
metodo di affinamento sottomarino, la professoressa Elena Arena
del dipartimento Agricoltura, Alimentazione e Ambiente
dell'Università di Catania, e Riccardo Strada, direttore
dell'Area Marina Protetta Isole Ciclopi.
Le bottiglie saranno infatti immerse nella zona B dell'area
marina protetta Isola dei Ciclopi ad una profondità di circa 50
metri all'interno di gabbie metalliche, create ad hoc. I vini
affineranno per circa sei mesi e l'analisi dei 'campioni marini'
sarà effettuata parallelamente, sui medesimi parametri, rispetto
all'analisi dei campioni soggetti al processo di cantinamento
tradizionale, in terra ferma. Si tratta del primo studio al
mondo su come evolvono nel tempo i vini sott'acqua. La mappatura
completa permetterà di capire in che maniera la pressione, il
buio totale, l'assenza di suoni, la temperatura costante,
l'assenza di rumore cambiano il vino. Mese dopo mese i campioni
di vino prelevati dal fondo del mare verranno trasportati in
condizioni di temperatura controllata verso i laboratori
dell'Università per un'approfondita analisi dei dati chimici.
Saranno monitorati 14 diversi parametri tra vini rossi e
bianchi.
Oggi i vini vengono invecchiati sott'acqua in Francia,
Italia, Grecia, Spagna, Stati Uniti, Cile, Sudafrica, Australia
e diversi altri paesi. Il numero totale di cantine che affina
con vini sott'acqua è estremamente esiguo. Gli studi attuali
sono per lo più basati sull'analisi chimica pre e post
immersione. Non risultano, ad oggi, pubblicazioni scientifiche
divulgate sugli effetti dell'affinamento sottomarino nel suo
divenire. Il cantinamento in mare favorisce il risparmio
energetico perché crea un ambiente naturalmente refrigerato per
le bottiglie. Non è, quindi, necessario regolare la temperatura
e l'umidità con climatizzatori, né creare cantine isolate
termicamente, con un notevole risparmio energetico e
logistico.La vita di ciascuna bottiglia sarà monitorata e
registrata digitalmente con la tecnologia blockchain, che
traccerà la sua carta di identità digitale. Il numero di serie
racconterà ogni cosa, dalla data di vendemmia e di raccolta
delle uve in poi. Queste bottiglie avranno naturalmente la
peculiarità di essere non riproducibili, scolpite dalle
conchiglie e dai crostacei marini, bottiglie da collezione.
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