Dopo un lungo e ingiustificato oblio, Sebastiano Aglianò "ritorna" nella sua Siracusa.
Galeotto il volume di saggi appena pubblicato dall'editore romano "Succedeoggi Libri" col titolo emblematico "Italiani.
Da Dante a
Vittorini": a cura del giovane studioso Alessandro Cutrona,
dottore di ricerca e docente a contratto presso l'università
Kore di Enna, che ripropone alcuni saggi critici di Aglianò
usciti sulle più importanti riviste letterarie a cavallo del
secolo scorso e dedicati ai grandi autori della letteratura
italiana (Dante, Giusti, Foscolo, Vittorini). Si tratta di
pagine acute ed eleganti, che testimoniano gli interessi dello
studioso e saggista siracusano. Il libro verrà presentato nella
sede di rappresentanza dell'Università Kore a Siracusa (Palazzo
Pupillo, piazza Archimede-Ortigia) venerdì 31 marzo alle ore
17,45 alla presenza del Magnifico Rettore dell'Ateneo, Francesco
Tomasello e di Marinella Muscarà, preside della Facoltà di studi
Classici, linguistici e della formazione, i quali apriranno i
lavori. A seguire, le testimonianze del figlio dello scrittore e
saggista, Paolo Aglianò, che insegna Algebra presso l'ateneo
senese, e della libraia Marilia Di Giovanni, nipote di Rosario
Mascali, libraio e, soprattutto, colui il quale pubblicò la
prima edizione di "Cos'è questa Sicilia", il capolavoro di
Sebastiano Aglianò. Interverranno, poi, Alessandro Cutrona,
curatore del volume e autore di una prefazione nella quale viene
ricostruito il profilo di Aglianò, Salvatore Ferlita,
coordinatore del corso di Lettere e docente di Letteratura
italiana contemporanea e Paolo Fai, docente e saggista
siracusano. Sarà presente anche Nicola Fano di "Succedeoggi
Libri".
"Si tratta di un evento culturale importante per la città -
spiega Marinella Muscarà - perché finalmente ad Aglianò viene
riservato il giusto riconoscimento. A lui si deve Cos'è questa
Sicilia?, uno dei libri sull'Isola più attuali e illuminanti,
pubblicato per iniziativa della storica libreria Mascali di
Siracusa nel 1945".
Come si può leggere nella prefazione di Alessandro Cutrona,
il libro di Aglianò, frutto di un'osservazione attenta,
scrupolosa, messa in moto da curiosità e idiosincrasie, e
soprattutto di un'attitudine antropologica da lasciare allibiti,
non ebbe buona accoglienza in Sicilia. Un giornale pubblicò
addirittura un minaccioso ordine di sfratto da parte di un
lettore. In realtà, sui giornali romani il saggio iniziò a
riscuotere apprezzamenti: ne scrissero, tra gli altri, Guido De
Ruggiero e poi Eugenio Montale. Come ricostruisce Cutrona,
Aglianò a un certo punto ricevette una lettera di Cesare Pavese,
per conto dell'Einaudi, nella quale la casa editrice si
dichiarava particolarmente interessata al volume. Molti lettori
conobbero dopo "Cos'è questa Sicilia", nella riedizione che ne
fece Mondadori. Sarebbe stato poi Leonardo Sciascia a tirar
fuori dalle nebbie il capolavoro dello scrittore siracusano (in
qualche modo fondativo per il concetto di "sicilitudine" che
grande fortuna avrebbe avuto in seguito), in un'edizione
illustrata per i tipi di Corbo e Fiore nel 1982.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA