Vincenzo Iaquinta, la cui casa è stata perquisita in mattinata dai carabinieri della Compagnia di Fiorenzuola D'Arda, risulta indagato per due pistole trovate ieri in un'altra perquisizione, in una cassaforte a casa del padre Giuseppe.
Le armi sarebbero regolarmente detenute dall'ex calciatore, ma il padre, in seguito ad un divieto, non poteva averle in casa, motivo per cui il figlio risponde, in concorso con lui, di detenzione abusiva di armi e munizioni, oltre che di non aver denunciato lo spostamento delle pistole.
La perquisizione a casa di Giuseppe Iaquinta è stata delegata dalla Dda di Bologna e le due pistole, una calibro 38 e una calibro 7,65, sono state trovate all'interno di una cassaforte, in un sottoscala nel seminterrato. Le due armi dovevano essere detenute a Quattro Castella, dove l'ex calciatore risiede. Il divieto di porto d'armi per il padre fu deciso dalla prefettura di Reggio Emilia, dopo la cena del 21 marzo 2012, in un ristorante della città: è la cena alla quale parteciparono oltre al politico Giuseppe Pagliani di Forza Italia (anche lui tra gli arrestati dalla Dda come il padre di Iaquinta) anche altre persone ritenute vicine alla 'ndrangheta e secondo gli investigatori in quell'occasione fu siglato un patto tra il politico e le cosche. In seguito al ritrovamento delle pistole, oggi sono scattate ulteriori perquisizioni a casa di Iaquinta e di due fratelliL'ex calciatore avrebbe infatti partecipato ad una cena il 5 luglio del 2011 al ristorante di Reggio Emilia di Pasquale Brescia, uno degli indagati nell'inchiesta. Alla cena parteciparono altre persone indagate, oltre al padre del campione della nazionale, Giuseppe Iaquinta, arrestato la scorsa settimana. Secondo il Gip in quell'incontro "sono state trattati argomenti di rilievo per lo sviluppo economico della cellula". Inoltre Giuseppe Iaquinta - ha continuato il Gip in un altro passaggio - "interviene anche a numerose riunioni - anche conviviali - con altri sodali e con appartenenti alle Forze di Polizia, spesso avvicinati col pretesto di omaggiarli di alcuni gadget riferibili al figlio Vincenzo, già nazionale di serie A, all'epoca dei fatti tesserato con una nota squadra di calcio piemontese", la Juventus.
L'ex calciatore avrebbe partecipato ad una cena il 5 luglio del 2011 al ristorante di Reggio Emilia di Pasquale Brescia, uno degli indagati nell'inchiesta. Alla cena parteciparono altre persone indagate, oltre al padre del campione della nazionale, Giuseppe Iaquinta, arrestato la scorsa settimana. Secondo il Gip in quell'incontro "sono state trattati argomenti di rilievo per lo sviluppo economico della cellula". Inoltre Giuseppe Iaquinta - ha continuato il Gip in un altro passaggio - "interviene anche a numerose riunioni - anche conviviali - con altri sodali e con appartenenti alle Forze di Polizia, spesso avvicinati col pretesto di omaggiarli di alcuni gadget riferibili al figlio Vincenzo, già nazionale di serie A, all'epoca dei fatti tesserato con una nota squadra di calcio piemontese", la Juventus.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA