"Il Papa ha dedicato già due messaggi
all'intelligenza artificiale (Ia) a conferma di quanto lui si
renda conto che è una trincea, una frontiera della nostra
umanità, del modo in cui noi sapremo costruire una nuova
antropologia, un pensiero umanistico nell'era della tecnologia".
Lo ha detto Paolo Ruffini, prefetto del dicastero per la
Comunicazione della Santa Sede, commentando l'annuncio fatto
dalla premier Giorgia Meloni relativo alla partecipazione di
Papa Francesco ai lavori del G7 sull'intelligenza artificiale.
Ruffini è a Bari dove partecipa alla tavola rotonda
intitolata Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per
una comunicazione pienamente umana. L'Ia "è uno dei temi
fondamentali che penso sarà al centro dei dibattiti dei prossimi
anni e che riguarda la guerra, riguarda l'uso dell'intelligenza
artificiale negli armamenti - ha continuato -, armamenti che
possono essere autonomi, delegati soltanto all'intelligenza
artificiale". "Forse lì c'è bisogno di un pensiero ed è
importante che i grandi della Terra si siano resi conto di
quanto l'intelligenza artificiale ha a che fare col nostro
futuro ed è vero che vedono in Papa Francesco una guida al di là
di chi crede e chi non crede".
I leader dei Paesi più sviluppati, secondo Ruffini, vedono
nel Pontefice "un pensiero lungo, umano che parte dal non
delegare a qualcosa che è fuori". "Quando il Papa dice il cuore,
dice esattamente questo a noi: le macchine hanno una grande
capacità di calcolo, certamente superiore a quella di un uomo,
ma siamo noi che programmiamo le macchine, che possiamo
negoziare che cosa le macchine possono fare da sole e cosa no",
ha proseguito.
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