"Gina Lollobrigida ci teneva
moltissimo a fare questa asta ed era lei che aveva i rapporti
con la casa d'asta. Io non ho deciso nulla, per me lei era come
una madre e se ha vissuto bene fino alla fine una piccola pare è
stato merito anche delle attenzioni che ha ricevuto da me". E'
quanto ha affermato in aula Andrea Piazzolla, l'ex factotum
della grande attrice morta nel gennaio 2023, sentito nel
processo in cui è accusato di circonvenzione di incapace. In
particolare l'imputato, secondo l'accusa e in concorso con un
altro imputato, avrebbe fatto da intermediario con la casa
d'aste per vendere circa 350 beni di proprietà dell'attrice.
Piazzolla è già stato condannato a tre anni di reclusione per la
stessa accusa e in particolare per avere sottratto beni dal
patrimonio della Lollo tra il 2013 e il 2018.
Davanti al giudice monocratico di Roma, l'imputato ha
aggiunto che Lollobrigida "non voleva lasciare nulla al figlio,
era delusa di non vedersi più proprietaria della propria vita.
Gina quando ha saputo che l'amministratore giudiziario voleva
fare un inventario è andata su tutte le furie e anche per via
dei lavori di ristrutturazione che dovevano essere eseguiti. Ha
chiesto alla titolare della casa d'ste di custodire i suoi beni
e ha firmato lei i mandati a vendere. Io non ho le competenze
sulle aste, quello dell'arte è un mondo che non mi appartiene",
ha aggiunto. Richieste del pm e sentenza sono attesa per
ottobre.
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