Sono "arrabbiati", "addolorati" e
soprattutto "non credono alla versione dei carabinieri" gli
amici di Ramy Elgaml, il diciannovenne morto in un incidente
stradale in scooter mentre era inseguito dai carabinieri a
Milano nella notte fra sabato e domenica. Lo hanno raccontato
alla consigliera regionale del Pd Carmela Rozza che oggi ha
incontrato una ventina di loro al quartiere Corvetto.
E a lei hanno tenuto a dire una cosa: "Chi ha messo a ferro e
fuoco il quartiere non eravamo noi. Era gente che veniva da
fuori". I ragazzi pensano anche a una manifestazione pacifica e
a creare un'associazione per Ramy.
"Pensano a una nuova manifestazione pacifica autorizzata per
chiedere verità per Ramy - ha spiegato Rozza, che è ex assessore
alla Sicurezza di Milano - e ho detto che se sarà pacifica e
autorizzata sarò in prima fila con loro. Gli ho anche assicurato
che se vorranno fare un'associazione intitolata a lui, avranno
il mio sostegno e alcuni di loro hanno risposto che ci stavano
pensando".
Alcuni "erano così arrabbiati che ripetevano 'non voglio
sapere niente, non voglio ascoltare, voglio solo la verità per
Ramy'".
Una delle ragazze ha spiegato che sabato sera erano tutti
alla sua festa di compleanno e da lì sono usciti per tornare a
casa. Ripetono che sulla dinamica sono state dette "tante bugie"
e che ci dovrebbero essere video girati dai testimoni
dell'incidente. Per loro dalla dinamica si "vede che la macchina
dei carabinieri era addosso" allo scooter".
Sono arrabbiati, ma l'associazione è un modo "per prendere
la rabbia dei ragazzi per la tragedia di Ramy e trasformarla in
rabbia positiva per loro e per il quartiere" ha concluso.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA