Più di 150 tecnici del Soccorso
Alpino e dei vigili del fuoco hanno partecipato alle operazioni
per salvare Ottavia Piana, la speleologa bresciana rimasta
intrappolata sabato pomeriggio in una grotta in provincia di
Bergamo dalla quale è uscita ferita e su una barella la notte
scorsa alle 3.15.
L'ultimo tratto, hanno spiegato gli addetti del Soccorso
Alpino, è stato percorso più velocemente rispetto al previsto
grazie al lavoro preventivo di rimozione anche con mini-cariche
esplosive delle ostruzioni naturali in diversi punti
dell'anfratto e per la decisione dei sanitari di evitare soste
lunghe anche perché la speleologa 32enne, in condizioni cliniche
comunque stabili e ora in ospedale, era sempre più stanca e
dolorante con traumi alla schiena e probabili fratture al viso e
a una gamba.
I soccorritori hanno lavorato con turni di 14-15 ore per
portare la barella dal punto dove la speleologa era rimasta
bloccata dopo essere caduta ed essersi ferita durante
l'esplorazione di un tratto ancora sconosciuto della grotta,
fino all'uscita, per un tragitto di 4 chilometri compiuto in
circa 80 ore.
Le forze dell'ordine si occuperanno ora di ricostruire la
dinamica dell'incidente avvenuto nell'Abisso Bueno Fonteno per
verificare se Ottavia Piana e gli altri 10 speleologi che sabato
erano con lei hanno rispettato tutte le norme in materia di
sicurezza.
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