"Cari fratelli e sorelle, amati
fratelli e sorelle: Ljubljeni bratje in sestre. Mi piacerebbe
fossimo tutti capaci di accogliere la luce che è Cristo.
Purtroppo tante volte, troppe volte siamo in un mondo che
preferisce le tenebre", dunque "auguro a tutti invece di saper
essere gioiosi". E' un passaggio dell'omelia del vescovo di
Trieste mons. Enrico Trevisi, alla messa di Natale celebrata
oggi in Cattedrale.
Sollecitando tutti a partecipare domenica prossima
all'apertura del Giubileo partendo alle 15.30 dalla chiesa di
Montuzza per arrivare in processione in Cattedrale, il vescovo
ha incoraggiato a "rivalutare i gesti piccoli": "sorprendi
qualcuno con auguri calorosi e sinceri. Abbraccialo e fallo
sentire amato. Spargi abbondanti sorrisi. Saluta con affetto i
tuoi vicini e i tuoi colleghi, perdona di cuore, sii generoso
con i poveri, se fai festa ricordati degli assenti e fai sentire
che per loro c'è posto nel tuo cuore". Il messaggio è che "non
l'aggressività ma la gentilezza e l'umiltà sono la chiave per
cambiare il mondo", come "la mitezza di Maria". Bisogna "onorare
il prossimo, soprattutto chi spesso soffre l'umiliazione dei
prepotenti: i bambini (tutti, da quelli non ancora nati a quelli
vittima di abusi e di bullismo); le donne (tutte, senza
accampare distinzioni); i poveri e gli sconfitti (sapendo che la
vita è una ruota e basta un soffio per trovarsi dalla parte dei
perdenti)".
E poi "le persone anziane, o disabili, o nel baratro della
malinconia". Mons. Trevisi ha poi espresso "un ricordo
particolare per i lavoratori che rischiano il posto di lavoro e
che sono nella precarietà. Quelli della Tirso, quelli della
Flex, quelli della Wärtsilä" e "un ricordo per i giovani che
lasciano la nostra terra per cercare lavoro più degno in altri
Paesi".
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