Brindisi con i detenuti
del settore transito del carcere di Spoleto per il garante dei
detenuti dell'Umbria Giuseppe Caforio e il comandante della
polizia penitenziaria Luca Bontempo. Settore dove per il Garante
c'è "purtroppo una situazione di particolare gravità dovuta al
sovraffollamento e al sostanziale isolamento di questi detenuti
che emblematicamente rendono ancora più difficile il quadro
complessivo della situazione della casa circondariale
spoletina".
"È stato un momento toccante - spiega Caforio - in cui i
detenuti hanno espresso il proprio disagio e ed è stato
condiviso con i rappresentanti della polizia penitenziaria che
parallelamente manifestano problemi legati alla grave carenza di
personale e alla mancanza di un sostegno da parte delle
strutture sanitarie e del comparto socio assistenziale dovuto
sempre alle note carenze. Peraltro, il carcere di Spoleto si
trova in questo momento in una situazione di particolare
criticità dovuta anche all'avvicendamento della dottoressa
Bernardino Di Mario che in modo egregio ha svolto il ruolo di
direttore a Spoleto e prima ancora di quello di Perugia con
risultati lusinghieri, ma che purtroppo a brevissimo lascerà
l'incarico per raggiunti limiti di età. C'è incertezza sulla sua
sostituzione e preoccupazione, perché come spesso accade, vi è
il rischio concreto che vi sia un interim con qualche altro
direttore di carcere limitrofo e ciò certamente non aiuta ad
affrontare un momento estremamente delicato in cui è necessario
che i vertici dell'organizzazione carceraria siano tutti nella
loro pienezza dei poteri e presenti sul campo. Ancora una volta
il Garante rivolge un appello alla politica, perché dai buoni
propositi si passi, quanto prima, ai fatti con interventi
decisivi sul sistema carcerario nazionale e umbro".
Per Caforio l'auspicio è che con il nuovo anno e con il
provveditorato che è stato istituito a Perugia, "possa partire
una nuova fase che dia una prospettiva positiva alle gravi
violazione dei diritti fondamentali a cui il sistema carcerario
purtroppo deve assistere quotidianamente". "Il presidente
Mattarella da tempo e il Papa a Rebibbia oggi hanno aperto la
porta verso un nuovo sistema carcerario" conclude il Garante.
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