Dopo una prima tappa al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, giunge al Museo della Musica di Bologna la mostra 'Il viaggio a Reims.
Memorie di uno spettacolo', in proseguimento delle celebrazioni per il 150/o anniversario della scomparsa di Gioachino Rossini nel 2018.
Composta per l'incoronazione di Carlo X Re di Francia, l'opera
fu eseguita per la prima volta a Parigi nel Theatre Italien il
19 giugno 1825, poi per la prima italiana al Teatro alla Scala,
il 5 novembre 1938, sotto la direzione di Richard Strauss.
L'esposizione curata da Giuseppina Benassati e Roberta
Cristofori, dal 28 marzo al 5 maggio, celebra la messa in scena
di uno spettacolo che, a detta della critica, si distinse tra i
più importanti del Novecento: la trionfale realizzazione
dell'opera rossiniana affidata a Claudio Abbado, Luca Ronconi e
Gae Aulenti, allestita al Comunale di Ferrara nel '92. Nucleo
principale della mostra - promossa dall'Ibc in collaborazione
con la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, l'Associazione
Ferrara Musica e l'Istituzione Bologna Musei - sono le immagini
realizzate dal fotografo Marco Caselli Nirmal, che ritraggono i
tre protagonisti dello spettacolo con le maestranze,
orchestrali e un cast che vedeva in scena eccellenze come
Cecilia Gasdia, Ruggero Raimondi, Lucia Valentini Terrani, fino
a Placido Domingo, 'figurante' eccezionale e sorprendente
interprete del ruolo di Carlo X nell'allestimento ferrarese. Gli
scatti sono selezionati partendo da un accurato lavoro di
riordino, catalogazione e digitalizzazione, finanziato e
coordinato dall'Ibc, sull'archivio fotografico di circa 2.800
immagini della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. Accostate
ai bozzetti di scena disegnati da Gae Aulenti, le immagini
documentano il processo di creazione dello spettacolo,
raccontando il lavoro quotidiano della 'macchina teatro' e
l'emozione creata sulla scena.
A Bologna l'allestimento presenta una nuova sezione con
immagini fotografiche, di Caselli Nirmal, dedicate allo
spettacolo al Teatro Comunale nel 2001 sotto la direzione di
Daniele Gatti.
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