Sono preziosi tessuti ricamati a
mano dalla madre nella prima metà del secolo scorso a costituire
la parte principale dell'eredità che Alfonso Garuti, storico
dell'arte e studioso carpigiano, ha voluto lasciare al Museo
Civico di Modena come donazione testamentaria pensata per
integrarsi con la collezione tessile del conte Luigi Alberto
Gandini, che ne costituisce una delle raccolte più importanti e
significative.
Alfonso Garuti, grande appassionato di storia locale e
direttore del museo civico di Carpi dal 1973 al 1997, sarà
ricordato nel 'suo' museo il 21 dicembre, a un anno esatto dalla
morte, con un'iniziativa dedicata ad approfondire il suo lascito
di opere d'arte e libri alle istituzioni culturali carpigiane e
a diversi musei, alla quale interviene anche la direttrice del
Museo Civico di Modena Francesca Piccinini.
Il lascito comprende parti del corredo nuziale della madre di Alfonso Garuti, Eglia Salardi, che lei stessa aveva ricamato con grande abilità e raffinatezza prima del matrimonio nel 1932: tra questi, coprifedere, pieghe da lenzuolo matrimoniale, asciugamani e un prezioso copriletto ricamato in bianco che fu premiato all'esposizione di Gonzaga del 1926.
Nella donazione anche un
violino e un mandolino, sempre appartenuti alla madre, musicista
dilettante, e alcune bambole.
Intitolata 'Alfonso Garuti. Una vita per l'arte',
l'iniziativa si svolge giovedì alle 18 nella sala delle Vedute
dei Musei di Palazzo dei Pio. Dopo l'introduzione del sindaco di
Carpi Alberto Bellelli, intervengono Francesca Piccinini,
direttrice del Museo Civico di Modena; Daniela Camurri,
assessora alla Cultura di Rolo, per presentare la donazione di
arredi lignei al Museo della Tarsia di Rolo; Elena Ghidini e
Veronica Riccò sul lascito di incisioni e targhe devozionali al
Museo Gonzaga di Novellara; la direttrice dei Musei di Palazzo
dei Pio Manuela Rossi che, con Tania Previdi, racconta la ricca
donazione per il Museo carpigiano che contiene circa duecento
pezzi tra dipinti, sculture, scagliole, disegni, oggettistica e
mobilia, tra cui spiccano diversi quadri di artisti locali di
fine Ottocento e un foglio del 1515 di Ugo da Carpi; Marco
Dugoni per illustrare il lascito di volumi, opuscoli e materiale
iconografico alla Biblioteca Loria.
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